domenica 12 settembre 2010
I segni praticati sul corpo si usano da secoli per allontanare il male
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I segni praticati sul corpo si usano da secoli per allontanare il male..
La body art, cioè l' arte di decorare, personalizzare e abbellire il proprio corpo in modo estremo e permanente, è una pratica antica. Fin dai tempi più remoti, l' uomo ha agito sul suo corpo artificialmente, trasformandolo, marchiandolo o dipingendolo, fondamentalmente per un bisogno istintivo di differenziarsi dagli animali; in questo processo troviamo i primi segni di civilizzazione, di una ricerca spirituale, oltre che fisica, della nostra identità di esseri umani.
L' uomo primitivo era cacciatore e guerriero, uccideva gli animali per nutrirsi e faceva la guerra per la sua sete di conquista e di potere; morto il nemico beveva il suo sangue, come rito propiziatorio, conservava il suo teschio come simbolo della vittoria e si marchiava la pelle del giovane uomo diventato guerriero.
A muoverlo era quell' istinto "primitivo"che oggi, come 2000 anni fa, resta immutato in noi, nella nostra natura, anche se soffocato dalle tecnologie moderne e dal diverso stile di vita che conduciamo. Sostanzialmente in noi niente è cambiato e la principali caratteristiche e i bisogni basilari dell' uomo restano immutati. Per tutti i popoli di ogni epoca, razza e religione, l'aspetto fisico e i propri ornamenti "corporali"sono sempre stati un punto fermo di distinzione, un simbolo di appartenenza a questa o aquella tribù, o ad una particolare carica occupata nell' ambito del "gruppo".
Intervenire per modificare il proprio corpo, per renderlo più attraente e importante, è una delle pratiche più antiche di cui siamo a conoscenza: dalle forme di adornamento permanente come tatuaggi, sacrificazioni, marchi a fuoco e piercing, alla modifiche corporali estreme come l' allungamento del collo, dei lobi delle orecchie, o il restringimento del giro vita, dei piedi del cranio, la circoncisione maschile e femminile, o la limatura dei denti. Sono queste alcune delle possibilità documentate di modifiche corporali che hanno, quasi sempre, un fine estetico, ma che rappresentano anche la creatività, la cultura e le tradizioni di ciascun popolo, tra mito e mistero.........
Prendiamo come esempio i popoli dell' Amazzonia, dell' Africa, i Berberi del Marocco, gli indigeni del Borneo, della Nuova Zelanda, gli Esquimesi, le donne d' India, i popoli arabi, fino ad arrivare ai nostri Punk.
Di solito queste pratiche corporali, spinte agli estremi, sono parte di esperienze spirituali ed emozionali molto forti, e possono rappresentare dei riti di passaggio "tribali", che rendono una persona più forte psicologicamente, più sicura e cosciente del proprio corpo, riconoscibile nell' ambito del gruppo, e stanno a simbolizzare la vittoria dello spirito sul dolore fisico.
IL nostro corpo ci appartiene, lo sentiamo, lo usiamo, lo viviamo e possiamo decorarlo, modificandolo quasi completamente, a piacere. Se tutto ciò ci può sembrare da "primitivi", in senso negativo, da selvaggi, immorale o contro natura, per la nostra ipocrita cultura occidentale moderna, basta solo dare un' occhiata agli stravolgimenti che noi "civili" uomini moderni facciamo alle regole di madre natura: body building , steroidi, diete estreme, tinture, raggi UVA, chirurgia plastica, lifting, iniezioni di silicone, liposuzione, trucco, creme, permanenti, e chi più ne ha più ne metta...
Non sono queste modifiche corporali artificiali, più o meno indelebili e dannose? Ma cosa aggiungono alla nostra crescita umana, emotiva e interiore? Niente.
Quello che manca oggi, a noi occidentali, è un forte legame spirituale con il nostro corpo, manca la magia del rito, manca un significato più profondo che non sia la "bellezza" a tutti i costi, e basta. Ma poi cos' è veramente bello e cosa no?
"La vera bellezza è solo negli occhi di chi guarda", dovrebbe essere una cosa più interiore che puramente esteriore. Come dicevano le nostre nonne, "per belli apparire bisogna soffrire"!
Cosa non si fa e non si faceva per essere più interessanti ed attraenti... bene in questo non siamo poi tanto cambiati. L' "automutilazione", in concreto, è solo la parte più oscura del narcisismo. Dal controllo e dalla cura del nostro corpo deriva una coscienza più attiva delle nostre emozioni, della nostra vita e dei rapporti con gli altri, con il mondo esterno.
La body art tribale, come il tatuaggio e, più in particolare il piercing, che si sta riscoprendo ai giorni nostri, è solo uno specchio che riflette la nostra urgenza di fermarci un attimo per guardarci dentro oltre che fuori: non tutti sono in grado di farlo e non tutti possono capirlo.
In questo senso l' arte corporale, i nostri tatuaggi o i nostri anelli al naso o ai capezzoli, hanno tanto da dire: comunichiamo così il nostro desiderio di differenziarci dalla massa, dalla società, la nostra apertura mentale verso mondi nuovi, ed esprimiamo in questo modo anche una protesta verso quella mancanza di valori, di spazi, di creatività e di magia che si riscontra nelle nostre moderne metropoli.
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venerdì 3 settembre 2010
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