giovedì 23 marzo 2017

PANTALONI ALLA ZUAVA



I pantaloni alla zuava sono pantaloni ampi, arricciati, e rimboccati sotto le ginocchia.

Prendono nome dagli zuavi, che indossavano una divisa i cui pantaloni erano ampi e a sbuffo.

Entrano a far parte della moda maschile sin dal diciottesimo secolo, ed in seguito (alla fine del diciannovesimo secolo) di quella femminile. Vengono rilanciati nella scena dell'alta moda dallo stilista israeliano Alber Elbaz, che nel 2000 li fa diventare parte della nuova collezione di Yves Saint Laurent.

I pantaloni alla zuava sono sinonimo di knickerbockers.

Gli Zuavi erano reggimenti di fanteria in diversi eserciti e in diverse epoche, tra il 1830 e il 1962. I più conosciuti furono gli zuavi dell'esercito francese, che presero il nome da quello di alcune unità ottomane in Algeria. In seguito, tale nome venne dato anche ad unità militari simili nell'esercito pontificio e in quello degli Stati Uniti.



Il nome viene da quello di un gruppo di tribù berbere dell'Algeria, che in arabo erano denominate zwawa. Questo era il nome delle tribù della "Grande Cabilia" (la Cabilia occidentale, con capoluogo Tizi Ouzou), che nella propria lingua si chiamano igawawen. Tale nome in berbero è un plurale (formato con un prefisso e un suffisso: i-GAWAW-en), e gli arabi resero il plurale con la sola desinenza -a. Dal momento che l'arabo non possiede il suono /g/, pronunciarono al suo posto il suono palatale /dž/ (la g dolce di Gigi), che poi passò, nei dialetti locali, a /ž/ e infine a /z/. Da cui ZWAW-a. Queste tribù fornivano soldati alle milizie ottomane, e dopo la presa di Algeri nel 1830 entrarono al servizio dei francesi. Qualche tempo dopo, con la creazione dei Tirailleurs ("fucilieri", i cosiddetti Turcos), formati solo da indigeni, il corpo degli zuavi si trasformò ben presto in un'unità completamente francese.

Il motto degli zuavi francesi è: Être zouave est un honneur. Le rester est un devoir (Essere zuavo è un onore. Continuare ad esserlo (in senso morale) è un dovere.

Gli zuavi portavano come copricapo un fez (o una shashia) con una nappa colorata (generalmente gialla, rossa, blu o verde) e un turbante, una giacca corta e allacciata senza bottoni, una larga cintura di tela lunga tre metri avvolta intorno alla vita, calzoni a sbuffo, ghette bianche e gambali. La cintura era l'accessorio più difficile da indossare, lo zuavo doveva spesso chiedere aiuto a un suo compagno. Ciononostante, l'uniforme zuava era particolarmente adatta ai climi caldi ed aspri della montagna algerina.

I calzoni a sbuffo permettevano una migliore circolazione dell'aria rispetto ai normali pantaloni, la giacca corta era più fresca delle lunghe camicie di lana della maggior parte degli eserciti dell'epoca. Una delle ragioni del ristretto numero di unità zuave era anche il costo supplementare di questa uniforme particolare, superiore a quello delle uniformi delle altre unità, di taglio semplice e prodotte in grandi serie.

La tipica foggia dei calzoni a sbuffo dei reggimenti Zuavi è entrata nel gergo popolare denominando un particolare modello di calzoni come "pantaloni alla zuava".



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martedì 7 marzo 2017

FIORE DI LOTO



Il fiore di Loto è tra i soggetti preferiti dalle donne per decorare il proprio corpo.
Un simbolo perfetto e tra i più in voga per rappresentare qualcosa di magico sulla propria pelle.

Deve la sua fama sia al suo significato sia a ciò che va a trasmettere. Per gli orientali è il simbolo della bellezza e della purezza, è simbolo del cielo e della terra, quindi della creazione, rappresenta la vita. In chi decide di tatuarlo su se stesso trasmette spiritualità e purezza d’animo.

Nel buddismo ogni colore del loto rappresenta il Siddartha Buddha: il rosso impersona la compassione del Buddha, l’azzurro la sua intelligenza superiore. Difatti chi sceglie di tatuarsi un fiore di Loto azzurro, se lo tatua in genere chiuso perché i mortali non possono contemplarlo nella sua perfezione. Inoltre lo stesso trono del Buddha, colto in un momento di meditazione, viene spesso rappresentato con la tipica forma allargata del fiore del Loto.

Anche il popolo egizio dava grande importanza a questo fiore e a ciò che rappresentava. Per loro era il simbolo dell’eloquenza, della speranza e della rinascita. Il fiore di Loto in natura nasce immerso nel fango, per poi sollevarsi e sbocciare, nella sua bellezza: da qui il suo significato di rinascita.

Nel suo significato più comune simboleggia la bellezza e, a chi decide di tatuarlo perennemente sulla sua pelle, è augurale di una vita lunga, in buona salute e sorretti da una buona sorte. I tattoos che riproducono i fiori di Loto, conosciuti anche come i “fiori dell’Oblio”, tramandano una leggenda secondo cui chi accidentalmente inala il suo profumo, diviene completamente immemore, smarrito nel suo oblio. Per gli orientali erano le sirene che avevano tatuato sulla propria spalla un fiore di Loto. Per gli indiani era il tatuaggio tipico delle donne più belle che venivano chiamate “Padmin”, cioè Signore del Loto.

Oggi spesso molte persone chiedono come tatuaggio un fiore di Loto dopo la fine di una relazione, questo per indicare il superamento di questa fase e l’inizio di un’altra. Nella tipica tradizione giapponese si raccomanda di non tatuare mai un fiore di Loto accanto ad un altro fiore, in quanto non tutti i fiori hanno origine dall’acqua come invece accade per quest’ultimo. Mentre viene spesso raffigurato in compagnia di un Koi, cioè di una carpa giapponese inteso come segno di buon auspicio.



Gran parte del simbolismo sacro che sta dietro il tatuaggio del fiore di loto, viene dal suo rapporto con gli elementi acqua e fuoco, il loto, infatti, cresce nell'acqua, per questo diventa un naturale collegamento ai concetti dell'elemento come i sogni, le emozioni, le intuizione, la consapevolezza, la purificazione. Il fiore di loto si apre ogni mattina di fronte al sole nascente. Questo è il collegamento solare del tatuaggio del loto, con l'elemento fuoco che rappresenta anche lo spirito puro che sorge dalle acque "sporche" della mente emozionale non guidata dalla mente superiore (super IO) ma che alla fine si stacca dalla materialità producendo un fiore bellissimo (l'illuminazione che tutto ha purificato attraverso l'esperienza), collegandosi anche ai simbolismi appartenenti al fuoco come passione, vitalità, rivelazione, la chiarezza, la vita e la visione.

L'osservazione, la meditazione e la focalizzazione sul fiore di loto incoraggiano ad avere un occhio su altri mondi, quelli spirituali: il fiore di loto è un portale di magnifica consapevolezza e molti maestri (antichi e moderni allo stesso modo) riconoscono questo incantevole potenza ecco che un tatuaggio con il loto come soggetto potrebbe diventare un promemoria della regalità presente dentro tutti noi.

Nella cultura cinese il loto raffigura la perfezione, la pace, la fecondità, ma anche il passato, il presente e il futuro poiché la pianta porta fiori e semi allo stesso tempo.

In quella Indù tutto si riconduce al tema di nascita e rinnovamento attraverso il fiore di loto. Se si sta   vivendo un periodo di rinascita per entrare in una nuova fase della  propria vita il loto  aumenta la visione interiore e indica quale sia la giusta strada da percorrere.

I modi di realizzare un fiore di loto sono associati al significato che si vuole dare al proprio tatuaggio. Il fiore di loto può essere tatuato in qualsiasi parte del corpo, nonostante le donne preferiscono la parte bassa della schiena e il dietro della spalla. Per farlo apparire ancora più realistico si va ad unire con elementi di contorno come foglie, stagli e carpe Koi, un altro simbolo molto apprezzato in oriente.

Se si decide di tatuarsi un fiore di loto bisogna fare attenzione anche al colore che si sceglie, ogni cromatura infatti ha significati diversi:

Loto bianco: rappresenta il risveglio e uno stato mentale di purezza e perfezione spirituale. Inoltre indica anche la pace dei sensi e l’abbraccio della terra.

Loto rosa: è considerato il loto supremo e il vero loto simbolo di Buddha.

Loto blu: simboleggia la vittoria dello spirito sulla saggezza, l’intelligenza e la sapienza. Se si riuscirà ad osservare un dipinto buddista, si noterà subito che il loto blu è quasi sempre dipinto come semi-aperto, col centro non visibile.

Loto viola: viene rappresentato sia aperto che ancora in stato di bocciolo. Gli otto petali del loto viola, rappresentano il Nobile Sentiero Ottuplice (uno dei principali insegnamenti di Buddha).

Loto rosso: simbolo dell’amore e della compassione, questo colore è associato al cuore e ai suoi battiti.



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