martedì 23 agosto 2016

IL CORPO COME UN LIBRO



Le frasi per i tatuaggi possono davvero essere tantissime e avere tanti significati diversi. Le frasi famose e gli aforismi però sono davvero perfetti per un tatuaggio che riveli anche qualcosa di voi.
Da sempre attraverso il tatuaggio l’uomo ha voluto parlare di sé, manifestare chi era e cosa pensava o semplicemente abbellire il proprio aspetto o esplicitare una propria dignità o condizione. In questo senso il tatuaggio, in ogni sua forma, è vecchio come il mondo. E ne ha subito anche le evoluzioni. Negli ultimi tempi il tatuaggio è tornato ed essere estremamente trendy e per questo sempre più diffuso fra giovani e meno giovani, “trainato” in questa sua ascesa dalla visibilità che gli danno personaggi noti e meno noti che lo hanno scelto per impreziosire – con esiti in verità alterni – il proprio look.

Pare proprio che “famosi” di ogni latitudine e  grado – dai low-vip come calciatori o frequentatori di salotti televisivi ai world-vip come i divi di Hollywood – siano stregati da questa nuovissima tendenza e che non possano fare a meno di incidere testi sulla propria pelle.

Come spesso accade nella moda, la vera tendenza è non seguire le tendenze e cercare di inventarsele da sole. Se volete comunicare qualcosa di forte imprimendolo sulla vostra pelle dovrete scegliere in base a tre elementi fondamentali: il significato – sempre estremamente importante in qualcosa di “sacro” come un tatuaggio – la lingua e il carattere. Quest’ultimo non va solo inteso come “font”, ovvero come stile di scrittura delle lettere, ma anche come idioma vero e proprio, dato che sta avendo grandissimo successo l’utilizzo di lingue esotiche, spesso orientali e a volte in disuso: non solo i tradizionali ideogrammi giapponesi o cinesi ma anche l’Hindi, il bengalese, il giavanese, il Tamil, il Sindhi o anche storiche parlate “estinte” come il Sami.



Un’altra idea originale può essere quella di utilizzare gli ambigrammi, ovvero una particolare modalità di rappresentazione di frasi – semplici in questo caso – che, grazie alla particolare natura del loro disegno possono venire lette in più modi diversi, rivelando la stessa parola o più parole a seconda di come li si guarda. Non sono di semplice realizzazione e richiedono uno studio notevole da parte di chi li realizza, ma assicurano un effetto molto ricercato ed elegante, nonché ovviamente l’effetto certo di suscitare la curiosità e la meraviglia di chi lo vede.

I tatuaggi con le scritte sono tra i più classici segni di amore, ricordo e dedica, per altri o anche per noi stessi.

Se tatuarsi il nome della ragazza conosciuta in discoteca e con cui avete condiviso qualche notte di passione è piuttosto azzardato, scriversi quello dei figli sta diventando un’usanza molto diffusa tra i neo genitori. Allo stesso modo tatuarsi frasi deprimenti e angoscianti, in preda alla disperazione del momento, è una delle cose che si fanno quando si viene lasciati da evitare assolutamente. Lo sconforto passerà prima o poi, il tatuaggio no.



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LE Parti Più Dolorose per il Tatuaggio



Farsi un tatuaggio non è sempre una passeggiata di piacere.

Tante persone  vogliono tatuarsi nella zona che circonda gli occhi. Dolore particolarmente acuto, dato che la pelle è sottile, il grasso poco e le terminazioni nervose tante.

L’interno labbra è una zona molto cool per farsi un tatuaggio ma anche parecchio dolorosa.

Il tessuto muscolare dei piedi è poco, il grasso pochissimo, e le terminazioni nervose tante.

In aggiunta al dolore per curare completamente ci vorranno tra le 2 e le 3 settimane.

Il collo è sempre in movimento, rendendo particolarmente difficile guarire la ferita del tatuaggio.

Abbiamo anche sul costato una ricchezza di terminazioni nervose e poco spessore tra la pelle e le ossa, una zona veramente di tutto “rispetto” se guardate bene alla questione del dolore.

Tatuarsi sul ginocchio, o peggio, sul retro del ginocchio, vi causerà un certo dolore.

Il motivo è che siamo di nuovo in una zona del corpo dove la pelle aderisce quasi perfettamente alle ossa, con tutto quello che ne consegue.

Nella zona pubica soprattutto per le donne questa zona è ricca di terminazioni nervose.

Le caviglie non hanno alcun tessuto muscolare, tanto meno grasso.

Andrete a tatuarvi direttamente sulle ossa, con un dolore che in molti hanno descritto come tra i più insopportabili.



I tatuaggi sulla spina dorsale sono tra i più trendy di questi anni. Molte star hanno però dovuto sopportare il discreto dolore che si prova a tatuarsi proprio lì, sulla spina dorsale.

I tatuaggi dietro l’orecchio hanno il pregio di essere piccoli e discreti: a prima vista si potrebbe dire che le loro dimensioni limitate implicano poco dolore da sopportare.
Purtroppo non è così: la parte tra il collo e il retro dell’orecchio è infatti una tra le più dolorose dove si può decidere di farsi un tatuaggio, perché il grasso è nullo, la pelle è sottile e ci sono molte terminazioni nervose.

Il dolore è sempre soggettivo e dunque, ognuno può poi trasmettere la propria esperienza senza che ci possa essere una definizione valida per tutti.

Poi dipende molto anche dal professionista che pratica il tatuaggio, dalla sua mano, dalla sua esperienza.

Sicuramente farsi un tatuaggio significa ricevere diverse punture di ago, dunque grosso modo è come essere punti da un’ape più volte, altri lo collegano al dolore di un epilatore elettrico a pinzette. Alcuni dicono di aver provato una sensazione di bruciore.

Normalmente la sensazione di dolore va diminuendo durante la seduta e il corpo compensa il dolore tramutandolo in un fastidio di media intensità.

Conta tantissimo anche la motivazione per cui si vuole fare il tatuaggio, più forte sarà il “perché”, più si accetterà il “come”.



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martedì 16 agosto 2016

TALLONI SCREPOLATI



Le screpolature che si formano nei piedi sono vere e proprie crepe, fastidiosissimi taglietti (fessurazioni) che si formano preferenzialmente sulla pelle del tallone a causa del perpetuarsi d'insulti fisici locali. Se poi, oltre alla pressione eccessiva e agli sfregamenti dei piedi contro la calzatura, si aggiunge anche una pelle particolarmente arida, secca e callosa, ben si comprende come i talloni tendano a screpolarsi assai facilmente.
Quando i talloni screpolati non ricevono le dovute cure ed attenzioni attraverso l'applicazione costante di creme idratanti e nutrienti, queste fastidiose crepe aride tendono a lacerarsi, fino a sanguinare.
Similmente ai calli, i talloni screpolati non devono essere trascurati perché le fessurazioni aperte e sanguinanti possono infettarsi, dunque creare dolore, difficoltà ad appoggiare il piede e difetti nella camminata.

Spesso e volentieri i talloni screpolati non sono provocati da un'unica causa. Il più delle volte, infatti, la pelle del tallone si spacca in risposta ad un intreccio di fattori che lesionano progressivamente la pelle; pertanto, l'eccessiva aridità della cute (xerosi cutanea), gli sfregamenti continui e l'attrito contro la calzatura non rappresentano gli unici elementi scatenanti.
Il mancato utilizzo di creme idratanti, emollienti e nutrienti, così come il prolungato contatto tra piede e polveri o sostanze irritanti (es. acqua della piscina, acqua del mare, sabbia ecc.), possono inaridire eccessivamente la pelle del piede. Essendo disidratata, la cute del tallone s'indurisce al punto da favorire screpolature via via più profonde.
Camminare a piedi nudi, indossare infradito o zoccoli: queste abitudini, per quanto piacevoli per alcune persone, possono costituire pericolosissimi fattori di rischio per la salute dei piedi. Il contatto con il suolo, dunque con polveri e sporco, può inaridire ed irritare la pianta del piede, dunque predisporre il soggetto a secchezza della pelle, infezioni, calli e naturalmente screpolature al tallone.
L'utilizzo di prodotti cosmetici aggressivi anche sul piede - come ad esempio creme irritanti, detergenti eccessivamente sgrassanti e saponi di scarsa qualità - può favorire la formazione di taglietti e piaghe sulla pianta e sul tallone. Questi cosmetici, infatti, impoveriscono la naturale pellicola protettiva idrolipidica presente sulla superficie della pelle (composta da NMF, componente idrofila, e da una frazione liposolubile, data principalmente dal sebo), predisponendo dunque all'insorgenza di screpolature sul tallone.
Alcune patologie cutanee, come la psoriasi, possono predisporre il soggetto alla formazione di screpolature sui talloni.



Il diabete rappresenta indubbiamente un fattore di rischio per la formazione di piaghe, ragadi e screpolature sui piedi. Infatti, a causa di un'alterata sensibilità al piede (neuropatia) e di un'insoddisfacente circolazione a livello delle estremità inferiori (arteriopatia), il paziente diabetico è pericolosamente esposto a lesioni cutanee di vario genere ed entità a carico dei piedi.
Presenza di calli e duroni sotto ai piedi rendono inflessibile la pelle del tallone, che diviene sempre più fragile, sensibile ed esposta al rischio di taglietti e screpolature.
Obesità e gravidanza sono due elementi predisponenti non sottovalutabili, dato che possono aumentare in modo considerevole la pressione esercitata sotto il piede. Di conseguenza il piede, costretto a sopportare carichi anomali ed esagerati di lavoro, si fessura e si screpola facilmente perché urta pesantemente contro la calzatura.
Piede d'atleta, eczema, infezioni al piede: anche se indirettamente, questi disturbi possono debilitare ed indebolire considerevolmente la zona del piede, esponendo il tallone al rischio di taglietti, piaghe e screpolature.
L'utilizzo di scarpe inadatte (es. scarpe con tacco) ed abitudine a non indossare i calzini possono considerarsi tra i peggiori nemici dei piedi, dato che aumentano il rischio non solo di screpolature, ma anche di calli, duroni, lesioni ai piedi ed infezioni locali.

Al tatto, la pelle dei talloni screpolati è particolarmente secca ed arida; la trama è irregolare a causa dell'evidente stato di desquamazione della pelle e della scarsa quota idrolipidica. Anche il colorito della pelle del tallone è alterato, perché la presenza di screpolature e l'eccessiva secchezza conferiscono un aspetto ingrigito, spento e poco sano alla cute.

La sintomatologia legata alle screpolature nei talloni è correlata essenzialmente alla profondità del danno.
Quando i talloni sono leggermente screpolati, non si avverte dolore perché il danno è minimo. Tuttavia, in simili circostanze, i talloni poco screpolati appaiono comunque piuttosto antiestetici perché appunto la pelle è secca, ingrigita ed irregolare. A tale scopo, sarà dunque necessario ammorbidire le screpolature con generose dosi di creme idratanti e nutrienti per il recupero della salute del piede.
Diversamente, i talloni gravemente screpolati procurano dolore e fastidio che si accentuano puntualmente quando si poggia il piede a terra. In presenza di piaghe aperte, i talloni screpolati tendono a sanguinare: in questi casi, le crepe sul tallone possono rappresentare una facile via d'accesso per virus, batteri e funghi che, approfittando delle scarse difese immunitarie locali, penetrano con facilità infettando il piede.

I talloni screpolati spesso sono considerati come un segno di  scarsa attenzione e igiene per i piedi. Tuttavia, ci sono diversi fattori che possono portare allo sviluppo di crepe o piaghe sui talloni. A volte, crepe nei talloni possono essere un indicatore di alcune carenze nutrizionali. Si possono trovare crepe nei talloni come reazione alla mancanza di ferro, calcio, vitamina E, acidi grassi Omega 3 e zinco.


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martedì 9 agosto 2016

PELURIA ABBONDANTE



Crescita selvaggia di peli in punti imbarazzanti: orecchie, naso e sopracciglia. Ti senti un po' lupo mannaro in una notte di luna piena, con la schiena e le spalle che si rivestono di pelo.

Con l'avanzare dell'età, si perdono i capelli e ci si ritrova invece invasi da crescite selvagge di peli superflui laddove  proprio si preferisce non averne: narici, orecchie e sopracciglia. I medici non sanno spiegare con certezza le ragioni di questo fenomeno.  Un dato di fatto che i peli in più cominciano a farsi notare attorno ai 50 anni per infoltirsi decisamente lungo i due decenni successivi. Inoltre, questo è il classico caso in cui una beffa va ad aggiungersi al danno: sono proprio gli uomini che hanno la tendenza a perdere i capelli a ritrovarsi con più peli superflui altrove, come per esempio sulle spalle e sulla schiena. Questo accade perchè il testosterone, l'ormone responsabile della perdita dei capelli, è anche il principale imputato della crescita di peli nel resto del corpo. Gli uomini con molti peli superflui discendono solitamente da antenati originari di aree del mondo in cui le persone sono molto pelose, come il Medio Oriente. Può essere che i peli superflui diano noia, ma è molto difficile riuscire a opporsi ai geni. Per molti uomini, assicurano tuttavia gli esperti, l'essere pelosi rientra semplicemente tra i normali fatti della vita.

L’irsutismo è in genere un disturbo che riguarda le donne, ma anche negli uomini a volte possono essere presenti peli in eccesso in alcune aree del corpo. Questo disturbo deve essere distinto dall’ipertricosi, una condizione caratterizzata dalla presenza di peli in eccesso in zone del corpo in cui normalmente sono presenti. L’irsutismo nell’uomo non sempre è il sintomo di un problema estetico.

Le cause dell’irsutismo maschile possono essere rapportate ad un problema di natura endocrina oppure all’assunzione di un farmaco o di particolari sostanze. A volte la presenza di peli in eccesso nell’uomo può essere causata da un’assunzione anomala di testosterone o di steroidi anabolizzanti. E’ difficile, però, in generale stabilire delle cause comuni a tutte le situazioni, perché spesso esistono dei fattori genetici alla base della predisposizione a questa condizione.
In genere l’irsutismo è causato da un eccesso di ormoni maschili, come il testosterone, e dalla sensibilità di alcune parti del corpo all’influenza di questi ormoni. La conseguenza consiste nell’eccessiva crescita di peli in aree del corpo come il collo, la parte superiore della schiena o i glutei.

Non esiste un trattamento specifico che possa contrastare l’irsutismo maschile; sono disponibili, comunque, dei rimedi molto utili per agire sui peli in eccesso.

Nell'uomo si parla d'ipertricosi quando s'osservano sopraccigli molto folti e lunghi e tendenti a riunirsi sulla radice del naso, peli assai abbondanti e lunghi sulle braccia e avambracci e dorso della mano, sulle cosce e gambe, sul dorso, sul petto e sull'addome. L'ipertricosi maschile è l'accentuazione d'un carattere sessuale maschile secondario, e si riscontra in soggetti in cui funzionano eccessivamente le ghiandole endocrine che più concorrono allo sviluppo di tali caratteri sessuali, il testicolo, la corteccia surrenale, l'ipofisi anteriore, la tiroide. Nei fanciulli d'ambo i sessi un'ipertricosi può aversi anche per eccesso di funzione della ghiandola timo.



Nella donna l'ipertricosi vera, anormale o patologica, consiste nello sviluppo di peli esuberanti nel sopracciglio, sugli avambracci, sulle gambe, (nei casi più gravi sulle braccia e cosce) nonché, più raramente, in regioni ove i peli mancano normalmente, cioè sulla faccia, sul labbro superiore, intorno al mento, nel mezzo del petto e sull'addome. In questo caso si tratta d'ipertricosi a tipo mascolino, cioè d'un segno di eterosessualità o intersessualità, che può accompagnarsi ad altri caratteri mascolini, come voce grossa, sviluppo muscolare esagerato, eccesso o difetto d'istinto sessuale, sterilità, psicologia viriloide, ecc. Le cause d'ipertricosi viriloide nella donna sono o avvolte nei misteri dell'eredità o dovute a eccesso di funzionalità della ghiandola surrenale corticale, o del lobo anteriore dell'ipofisi, eccesso di funzionalità che a sua volta dipende talora da una semplice ipertrofia della ghiandola, talora da un tumore funzionante. Anche l'eccesso di funzione della tiroide e del timo possono determinare nella donna un certo grado d'ipertricosi, ma limitato alla foltezza dei sopraccigli, a un certo sviluppo di pelurie sul labbro superiore, al mento, alle regioni parotidee, attorno ai capezzoli, sugli arti. Anche tumori di cellule luteiniche dell'ovaio, che disturbano la secrezione normale di quest'organo, possono produrre ipertricosi viriloide.

La cura è regolata dai concetti patogenetici su esposti, e può essere coadiuvata dall'uso sapiente del radium per distruggere il bulbo dei peli anormali di certe regioni visibili.

La diagnosi di ipertricosi è in gran parte determinata culturalmente: questa condizione è accettabile in certe società ed inaccettabile in altre (dove le donne vedono in una ipertricosi, anche minima, una grave perdita di femminilità). L'ipertricosi raramente è causata da malattie gravi, nella maggior parte dei casi rappresenta la manifestazione clinica di disordini funzionali di differente tipo; inoltre lo stesso tipo di disordine può provocare una grande variabilità individuale in termini di distribuzione clinica dei peli e sintomi clinici associati. Anche i parametri ormonali possono cambiare spontaneamente durante il follow-up clinico delle pazienti, in relazione a modificazioni di secrezione, metabolismo e meccanismo d'azione degli androgeni.




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domenica 7 agosto 2016

ZONE del Corpo Dove è Meglio Non TATUARSI



Farsi tatuare un disegno in alcune zone del corpo è "pericoloso" perchè, col passare del tempo, alcune di queste zone tendono a sformarsi e rischiano di sformare anche il tattoo.

Gli uomini tendono a favorire la spalla, l'avambraccio, la parte alta della schiena ed il polpaccio, mentre le donne favoriscono il seno, il fondoschiena, la caviglia ed il basso ventre.

Ma a prescindere da tutte le idee tattoo che si possono avere, è importante fare una considerazione: ci sono zone del corpo che, più di altre - col passare del tempo o a causa di uno scorretto stile di vita - tendono a sformarsi.

Ne consegue che un tatuaggio presente in una di queste zone può danneggiarsi ed aggiungere il danno alla beffa, evidenziando una zona non più tanto bella esteticamente attraverso un disegno "usurato".

Le cosiddette zone a rischio per i tatuaggi sono quelle che possono tendenzialmente accumulare adipe oppure a sformarsi naturalmente col passare del tempo. Ad esempio l'addome (specialmente per le donne a causa della gravidanza), i fianchi, le cosce e per le donne il seno.

Scegliere dunque con molta cura la zona in cui farsi disegnare un tatuaggio, dato che la scelta, col tempo, potrebbe rivelarsi errata anche per la qualità del tattoo stesso.

L’avambraccio è sicuramente uno dei posti più comuni dove farsi tatuaggi: soprattutto prima che esplodesse la moda dei tattoo, l’avambraccio era il luogo preferito per farsi il primo tatuaggio. Tra i grandi pregi di quest’area è sicuramente lo scarso dolore, dato della scarsa sensibilità del nostro corpo in quella parte.
Un tatuaggio sull’avambraccio è facilmente copribile, e non ce l’avremmo tutti i giorni e a tutte le ore davanti agli occhi, rendendo la cosa sicuramente meno stancante. Consigliato per chi vuole un tatuaggio intramontabile, senza sacrificare però partita estremamente visibili del proprio corpo.



La parte bassa del braccio, rispetto quella alta, è sicuramente più visibile e comporta un altro tipo di sacrificio che parte innanzitutto dal dolore stesso. Questa parte infatti molto più sensibile di quella del braccio alto e sarà sicuramente un pizzico più doloroso farsi tatuaggio in questa area del corpo. Sono molto belli, soprattutto se parte di un tatuaggio a manica che parta dalla spalla e finisca proprio sul polso.

L’impegno però è di quelli importanti: ogni volta che saremo a maniche corte il nostro (bellissimo) tatuaggio sarà visibile e bisogna essere sicuri al 100% di voler un tatuaggio del genere prima di pensare di farselo.

Anche le spalle hanno il pregio di far rimanere il nostro tatuaggio lontano dai nostri occhi. Non che questo sia necessariamente un bene o un male, ma le statistiche dicono che i tatuaggi che sono sempre davanti agli occhi finiscono per stancare molto prima degli altri. Il tatuaggio sulle spalle è diventato sempre più popolare, soprattutto negli ultimi anni.
Rispetto al braccio alto è sicuramente più doloroso. In genere si scelgono scapole oppure la parte un po più laterale della spalla, a seconda del disegno scelto e della grandezza dello stesso. In ogni caso consultatevi con il vostro artista preferito per ottenere un risultato adatto e per rendervi conto, almeno a parole, del dolore che proverete.

Petto, seno, e pancia sono anch’essi molto popolari. Tatuaggi che una volta erano destinati solo agli avanzi di galera e che invece oggi sono stati sdoganati da star, calciatori, celebrità. Farseli é sicuramente impegnativo, dato che si tratta di aree del corpo che sono particolarmente elastiche, e che quindi nel giro di pochi anni potrebbero deformare il nostro tatuaggio.

Si tratta di zone piuttosto sensibili, anche se si tratta di come in ogni caso, di dolore sopportabile, o per alcuni addirittura piacevole.

Un altro tatuaggio per gente quadrata. Non è una passeggiata, soprattutto se si tratta di un tatuaggio di dimensioni importanti e che andrà a coprire praticamente dalle spalle all’osso sacro. Bello è bello, ed ha anche l’innegabile vantaggio di poter essere coperto senza troppi problemi e di non essere sempre visibile, soprattutto quando siamo vestiti.

Il dolore è di quelli più importanti, sopratutto se per farcelo dovremo affidarci a lunghe sessioni. 

Mani, collo, e polsi sono anch’essi diventati sempre più popolari, anche se è il caso di sottolineare come generalmente nella società questi siano sicuramente meno accettabili. Tatuaggi sicuramente impegnativi, che saranno visibili anche quando siamo vestiti, e che potrebbero proiettare un’immagine estroversa di noi che sicuramente non fa per tutti.

Prima di pensare di farsi tatuaggi del genere è sicuramente importante rifletterci per diverso tempo. Analizziamo come diventerà la nostra persona una volta fatto un tatuaggio del genere.

Sono tatuaggi estremamente impegnativi, che sono tra le altre cose non adatti ad alcuni tipi di professioni. Scordatevi di ottenere un lavoro in banca o in un istituto pubblico, se il vostro collo o alle vostre mani saranno coperte di tatuaggi.

Lo stigma sociale contro i tatuaggi è ancora molto diffuso, soprattutto per quelli estremamente visibili e fatti in parti inusuali del corpo. In aggiunta i tatuaggi su mani e collo sono da sempre parte prediletta dalla criminalità organizzata d’oltre oceano, e sebbene l’abito non faccia il monaco, saranno in molti a non voler avere a che fare con voi solo perché avete il collo tatuato.



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sabato 6 agosto 2016

LE MACCHIE MONGOLICHE



Le macchie mongoliche sono piccole "voglie" di colore scuro che compaiono sulla pelle dei neonati ma che in genere scompaiono senza lasciare traccia. Note anche come tache mongolique o blue mongolian spot, sono a volte state scambiate per segno di abusi compiuti sul bambino, una diagnosi che ha sconvolto e sconvolge la vita a non pochi genitori, dovuta  purtroppo all’ignoranza degli occidentali non abituati al fenomeno di questo segno naturale sul corpo dei neonati.

La macchia compare alla nascita o nei primi mesi di vita per scomparire di norma dai tre ai cinque anni dopo la nascita e quasi sempre con la pubertà. Ne esistono forme persistenti che non vanno incontro ad autoregressione. Il colore più comune è l'azzurro, anche se possono esserci macchie di colore grigio-blu, nero-blu o marrone scuro.

La regione interessata comprende generalmente le regioni lombari e sacrali raggiungendo la parte alta delle natiche. Casi che interessino gli arti o altre regioni cutanee risultano assai rare. Se presente al volto invece prende il nome di forma aberrante.  Il nome è stato dato dall'antropologo tedesco Erwin Balz. 

Presente nella popolazione mongola, sono rarissime fra i cinesi, mentre tra alcune tribù degli indiani d'America, i Navajos ad esempio, le macchie sono presenti in modo elevato, e questo conferma la loro possibile antica origine asiatica, oppure gli amerindi per i quali la macchia conferma che essi provengono dall’Asia attraverso lo stretto di Bering. Anche gli africani manifestano questa tache mongolique, ma poiché sono di pelle nera la macchia è meno visibile, è infatti sfumata e bisogna avere occhi per poterla apprezzare. Accanto alla scienza c’è la leggenda: la tache mongolica è l’eredità che ci ha lasciato Gengis Khan attraverso le sue conquiste… femminili, straordinarie almeno quanto quelle di condottiero.



Dal punto di vista scientifico la corretta definizione di macchia mongolica è melanocitosi dermica congenita, che indica appunto una discromia del tutto benigna che compare sulla pelle del neonato nelle prime settimane e mesi di vita soprattutto nella regione sacrale, e che appare come una macchia bluastra o grigiastra dai bordi irregolari e dalle dimensioni anche superiori ai 10 cm. Questa macchia, di grandezza variabile, che viene definita mongolica proprio perché il 99% della popolazione mongola presenta questo inestetismo passeggero, è in genere transeunte (scompare entro il primo anno di vita del bambino), ma se è destinata a diventare permanente, ha delle caratteristiche che il pediatra è in grado di valutare.






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martedì 2 agosto 2016

LA TINTA DEI CAPELLI




La colorazione temporanea è un tipo di tintura, applicata nella forma di shampoo colorante, o lozione, che fa mantenere il colore ai capelli per un tempo breve che se ne va normalmente dopo il primo lavaggio. Nel caso delle colorazioni temporanee, vengono utilizzati prodotti con un elevato peso molecolare, che semplicemente si appoggiano sulla cuticola del capello e quindi vengono rimossi facilmente.

Rispetto alla colorazione temporanea, quella semipermanente deve resistere ad un numero di lavaggi superiore, normalmente dai 4 agli 8 lavaggi. Lo scopo principale è quello di colorare i capelli bianchi o dare maggiore tono al colore naturale, ma non possono schiarire i capelli. Di conseguenza l'applicazione di colorazioni semipermanenti non richiede alcuna modifica preliminare (richiesta invece nel caso della colorazione permanente).

La decolorazione è un processo chimico simile a quello della normale colorazione, ma che anziché "depositare" il colore all'interno del fusto del capello, fa in modo che vengano disperse le molecole di colore naturali, facendo conseguentemente "perdere" il colore originale dei capelli, che tenderà a schiarirsi. Più tempo il decolorante viene lasciato agire, più molecole andranno disperse, e più chiaro sarà il risultato finale. Si tratta di un trattamento indispensabile quando si vuole passare da un colore scuro ad uno più chiaro (per esempio, dai capelli neri al biondo). Esistono una serie di rimedi naturali che permettono di schiarire i capelli, senza arrivare alla decolorazione (possibile solo con la chimica).

La maggior parte delle tinture per capelli tende a ricreare un colore naturale dei capelli, normalmente biondo, rosso, castano o nero. Tuttavia esistono prodotti designati appositamente per tingere i capelli di colori non naturali e quindi disponibili in qualunque tonalità. Fanno parte della cultura punk, ma oggi questo tipo di prodotti sono venduti in tutti i negozi di forniture per parrucchieri. Il metodo di applicazione del colore è il medesimo di quello delle tinte normali.

L'henné è una sostanza vegetale colorante in grado di conferire ai capelli scuri una colorazione rosso-arancione con riflessi ramati, mentre sui capelli biondi o chiari produce riflessi color rosso-carota. Un'altra sostanza vegetale è l'AZULENE o 4,5,7 triidrossiflavone, che viene estratto dalla camomilla tramite spremitura delle sommità fiorite. L'azulene è un riflessante per capelli biondi o chiari. La terza sostanza vegetale colorante è l'INDACO, che viene estratto per macerazione dalle piante appartenenti alla famiglia delle Indigofere. L'indaco di per sé dà una colorazione blu; per questo lo si utilizza in associazione con l'henné allo scopo di donare ai capelli un riflesso rosso-brunastro. La molecola responsabile della colorazione blu è l'indacano, che a sua volta tramite idrolisi origina indossile, il quale verrà ossidato formando l'indaco.

Le tinture graduali o metalliche conferiscono al capello il colore desiderato in maniera molto graduale, per cui sono necessarie ripetute applicazioni. Le tinture graduali sono principalmente composte da sali metallici in grado di formare ossidi metallici, o di reagire con composti contenenti zolfo (originando solfuri metallici), come per esempio cheratina, cistina e cisteina. I sali in questione sono acetato di piombo e sali di bismuto, di rame, di nikel, di cobalto o manganese. La formulazione colorante tipo è quella del piombo acetato (Pb(CH3COO)2) in soluzione acquosa di glicerina; essa presenta una serie di caratteristiche:
lavora molto lentamente per conferire la colorazione desiderata;
accentua la colorazione dei capelli scuri;
la concentrazione massima consentita nella formulazione è di circa 1-2%;
il piombo non dà nessun legame con la cheratina, ma ha soltanto un effetto coprente;
il piombo è tossico a concentrazioni elevate (non deve superare il 2% o 20.000 ppm);
il piombo può essere impiegato nella formulazione di ciprie e belletti (max. 20 ppm).
Oltre all'acetato di piombo si può utilizzare il nitrato d'argento (AgNO3), che viene solamente impiegato in prodotti per ciglia e sopracciglia. La concentrazione massima è del 4%. Questa sostanza conferisce una colorazione nera brillante alla luce, perché a contatto con essa il nitrato d'argento origina argento puro. Il nitrato di argento presenta una certa tossicità per l'uomo; infatti sul prodotto viene riportata la dicitura “può essere nocivo, tenere lontano dagli occhi”.

Le tinte per capelli ad azione permanente sono generalmente prodotti di colorazione detti tinture di ossidazione; le tinte per capelli di questo tipo sono in grado di rendere più chiaro o più scuro il colore dei capelli e possono anche modificare o rendere più intenso il loro riflesso con la garanzia che il risultato ottenuto durerà per almeno tre mesi. Una tinta per capelli di questo genere viene commercializzata sotto forma di crema o gelatina. Il prodotto contenuto nei flaconi non è un vero e proprio colorante, ma un precursore del colore. La trasformazione in sostanza colorante di tale precursore avviene a seguito a processi di ossidazione e condensazione. I precursori del colore (generalmente si tratta di sostanze quali il para-diaminobenzene, il meta-diidrossibenzene e il para-aminofenolo) penetrano all’interno delle fibre dei capelli fino ad arrivare alla corteccia, in ciò sono aiutati dal rigonfiamento del capello ottenuto grazie alla presenza di ammoniaca. La sostanza ossidante contenuta in queste tinte per capelli è il perossido di idrogeno, sostanza sicuramente più nota come acqua ossigenata; quest’ultima oltre a favorire la formazione dei pigmenti colorati agisce anche come decolorante del capello (distrugge la melanina in esso presente).



Nell’utilizzare questi prodotti vanno seguite necessariamente alcune indicazioni. Innanzitutto la preparazione di questo tipo di tinta per capelli deve essere fatta utilizzando contenitori di plastica; di plastica devono essere anche le bacchette per mescolarlo; è necessario che il prodotto non venga a contatto con dei metalli perché questi potrebbero modificarne il colore o, peggio, distruggere gli ossidanti in esso presenti.

Alcune tinte per capelli possono dare reazioni allergiche; è quindi buona norma, prima di utilizzare il prodotto, fare un test sulla cute per verificare che non vi siano problemi di sorta nell’utilizzarlo.

Le tinte per capelli ad azione semi-permanente sono anche note come tinture dirette; questo perché non è necessario alcun tipo di reazione per la loro preparazione; le tinte per capelli dirette, infatti, sono già pronte per l’utilizzo. Di fatto questa particolare tipologia di tinta per capelli agisce direttamente senza che siano necessarie reazioni di ossidazione e decolorazione. Come accennato in precedenza, la loro durata è inferiore a quella delle tinte per capelli permanenti.

I coloranti utilizzati per questo tipo di tinta per capelli sono generalmente nitro-amino benzeni, amino-antrachinoni, indofenoli e complessi organometallici. Tali coloranti non penetrano la corteccia, ma si depositano invece sulla cuticola. Per quanto tali sostanze siano efficacemente resistenti all’acqua, dopo un certo numero di lavaggi con shampoo, il colore dei capelli torna a essere quello precedente l’operazione di coloritura.

Queste tinte per capelli vanno applicate uniformemente sulla capigliatura lavata e asciugata. Il prodotto richiede una posa di circa mezz’ora.

Le tinte per capelli ad azione temporanea vengono utilizzate qualora si desideri un cambiamento temporaneo del colore artificiale o naturale. In genere si ricorre a questa tipologia di tinta per capelli quando si vuole apportare una correzione a una tintura di tipo permanente che non ci soddisfa appieno oppure quando si vogliono far sparire le sfumature di colore giallastro che compaiono sui capelli bianchi. Altri motivi del ricorso alle tinte per capelli temporanee sono sia la riduzione delle tonalità gialle o rosse che compaiono a seguito di una decolorazione sia il miglioramento di luminosità e riflessi dei capelli.

Le tinte per capelli ad azione temporanea sono prodotti pronti all’uso che non necessitano di risciacquo; non contengono né ammoniaca né perossido di idrogeno.

Le tinte per capelli ad azione graduale sono tinture a base di sali metallici. Stanno praticamente scomparendo dal mercato; vengono ormai utilizzate soltanto quando si vuole ottenere una colorazione dei capelli di tipo graduale. Vengono usate quotidianamente applicandole sui capelli bianchi. I coloranti contenuti in queste tipologie di tinte per capelli sono sali di piombo e sali di argento che vengono utilizzati combinandoli con appositi riducenti.

La colorazione dei capelli è definita basandosi su un sistema numerico riconosciuto universalmente. La colorazione è indicata attraverso una particolare codifica che definisce altezza del tono, riflesso principale e riflesso secondario. Di fatto il codice è costituito da un numero (altezza del tono) seguito da una virgola e da uno o due numeri che indicano, rispettivamente, riflesso principale e riflesso secondario.

Il numero con il quale si indica l’altezza del tono è unico per tutti i produttori, mentre per quanto riguarda i riflessi possono esserci alcune variazioni fra un produttore e l’altro.

I colori di base sono i seguenti:

Nero
Bruno
Castano scuro
Castano
Castano chiaro
Biondo scuro
Biondo
Biondo chiaro
Biondo chiarissimo
Biondo chiarissimo platino.
Le tipologie di riflesso:
Cenere (tende al grigio-blu)
Irisée  (tende al rosato)
Dorato (tende al giallo)
Rame (tende all’arancio)
Mogano (tende all’arancio rosso)
Rosso (tende al rosso intenso)
Mat (tende al verde).
I riflessi composti sono dati da un riflesso principale e da un riflesso secondario. Altezza di tono e riflessi definiscono la nuance nella sua interezza.

Uno zero prima del numero che definisce il riflesso indica un alleggerimento di quest’ultimo, se lo zero è seguente, il riflesso è più intenso. Per esempio ,03 significa leggermente dorato; ,3 significa dorato; ,33 significa dorato profondo e ,30 significa dorato intenso.

Nelle confezioni che vengono commercializzate viene sempre comunque inserita, oltre alla numerazione, un’immagine del colore dei capelli che serve a dare un’idea del risultato che si può ottenere (per quanto, è bene precisarlo, non si possa pretendere una rispondenza assoluta).


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