mercoledì 1 giugno 2016

STEATOPIGIA



Per steatopigìa si intende il carattere di spiccata lordosi lombare di alcune costituzioni fisiche e la tendenza ad accumulare adipe sui glutei e sulle cosce. La steatopigia è tipica delle donne di alcune etnie africane come quella dei popoli di lingua khoisan. Spesso è stata riscontrata nelle veneri scolpite nel neolitico denominate per questo anche "veneri steatopigie".
Originariamente l'espressione stava soltanto a indicare la corrispondente conformazione del corpo delle donne boscimane e ottentotte nell'Africa meridionale. Col crescere delle conoscenze relative alla costituzione corporea delle razze umane, l'espressione è stata estesa anche ad accumuli adiposi della regione glutea simili a quelli di quei primitivi, senza tener sempre sufficiente conto delle diversità esistenti. Si è dimostrata necessaria un'esatta distinzione da quando si vanno moltiplicando in Europa i ritrovamenti di statuette muliebri femminili preistoriche presentanti una qualsiasi forma di ammassamento adiposo regionale e da quando si è voluto dedurre dall'uso della steatopigia come motivo dell'arte realistica di quell'età l'effettiva presenza sul continente europeo di determinate razze umane.

Si tratta di un carattere descritto come specifico (cioè presente sia negli individui di sesso maschile sia, più accentuato, negli individui di sesso femminile) della razza khoisan, popolazione africana ottentotta che si pensa risulti da ibridazione fra Cafri e Boscimani, i quali ultimi solo posseggono, in grado minore degli Ottentotti, e limitatamente soprattutto agli individui di sesso femminile, segni di s. D’altra parte segni di significato analogo sono riscontrabili fra popolazioni assai lontane sia geograficamente sia come legami etnici. Così è nota una steatopigia delle donne andaluse (Europoidi). Secondo una teoria del Lombroso il cosiddetto “cuscino delle Ottentotte” serviva loro “a guisa di cuna portatile o di gerla su cui adagiano i loro poppanti per tutte le ore del giorno, mentre esse attendono alla raccolta delle ova di struzzo e ai lavori casalinghi”. Egli riteneva che potesse essere un lipoma di origine professionale, avendolo poi messo in relazione con “il tumoretto dei facchini”. Egli sosteneva che fra gli Ottentotti ci fosse una tendenza superiore che in altre popolazioni di accumulare tessuto adiposo e pertanto “È naturalissimo che in una razza, dove il grasso tende a formarsi più rapidamente per tutto il corpo, la continuata pressione in una data regione ve l’abbia fatto accumulare maggiormente, così da foggiarsi quasi ad organo nuovo e trasmettersi coll’eredità, grazie ai vantaggi pedagogici che ne ricavano le povere madri”.Questa forma di ipertrofia si può constatare in alcune statuette paleolitiche e, secondo Neumann, discepolo di K.G. Jung, la regione glutea così sviluppata, in antitesi con i piedi piccoli, simbolo del muoversi liberamente, rappresenta un legame particolarmente stretto con la terra, da cui tutto trae origine. È dunque la rappresentazione massima della fecondità.

Siamo molto bene informati sulla steatopigia delle donne boscimane e ottentotte da quando il Cuvier sezionò una giovane donna boscimana, la famosa Venere ottentotta. I Boscimani e gli Ottentotti, di piccola statura e dalla pelle piuttosto chiara, si distinguono per una serie di caratteristiche fisiche, le quali conferiscono loro una posizione speciale tra le razze umane. La steatopigia è messa in stretto rapporto con la razza ottentotta, sebbene l'antropologia non sia riuscita a stabilire a quale delle due razze africane essa sia originariamente propria: L. Schultze (Jena) l'ascrive a entrambe.

È chiaro che questa forma impressionante di accumulo adiposo regionale debba avere basi anatomiche speciali.



Lo scheletro osseo dei Boscimani e degli Ottentotti mostra nella colonna verticale lombare d'ambo i sessi un'accentuata concavità posteriore (lordosi esagerata) per cui l'osso sacro, che manca di una propria curvatura, si avvicina alla linea orizzontale, sicché si può, in tal modo, formare un piano quasi perpendicolare al dorso. Il bacino è esageratamente inclinato, molto più che tra gli Europei, ma non si hanno ancora dati sul suo grado d'inclinazione.

È tuttavia molto importante una misurazione eseguita da A. Kramer su 6 Boscimani-Ottentotti viventi, da cui appare che molte particolarità dei Sudafricani sono spiegate dalla posizione del bacino e specialmente dalla funzione del femore nell'articolazione coxofemorale in rapporto con il centro di gravità. Se la steatopigia è eccessiva e particolarmente tipica nelle donne, le natiche dell'uomo non sono però prive di abbondanti masse adipose.

Ma natiche adipose con concentrazione del grasso nella parte superiore e posteriore del sedere sono state notate sempre soltanto in donne di quella razza.

Queste masse adipose sono collegate al piano scheletrico da un tessuto connettivo. L'autopsia eseguita da Hella Pöch di una donna boscimana con forte miscela ottentotta, ma priva di caratteristiche negroidi, ha rivelato l'esistenza di un corpo connettivo particolare, e isolabile, a forma di rosette, dalle maglie ricche di grasso (corpo adiposo) che giaceva nel tessuto adiposo delle natiche, dai due lati sul terzo posteriore della cresta iliaca. Si deve alla presenza di questo corpo in detta regione il voluminoso sviluppo in alto e all'indietro delle natiche delle donne. Notevole inoltre un accumulo adiposo nel centro, sui muscoli grandi glutei. Sacro e coccige non presentavano alcun accumulo, lo strato adiposo sul trocantere era distintamente separato da quello delle natiche. I muscoli sottostanti erano molto sviluppati, grasso intramuscolare assente: invece apparve un reticolo di sostegno connettivo molto rinforzato. Nel connettivo sottocutaneo dell'intero corpo della donna sezionata si presentava uno strato adiposo di spessore uniforme, a suo tempo probabilmente molto spesso. Con la vecchiaia o la denutrizione si producono grinze. Il rilasciamento del tessuto adiposo connettivo provoca un abbassamento del sedere. Una sezione eseguita da H. Poch su un Boscimano diede le stesse localizzazioni del grasso presso l'uomo, con l'assenza però del suaccennato corpo adiposo. I pigmei sudafricani possiedono così nelle natiche adipose rinforzate da un corpo adiposo un carattere sessuale femminile secondario loro proprio, che è contemporaneamente una caratteristica della razza.

Sullo sviluppo della steatopigia nelle singole età siamo informati da J. Deniker, che studiò Ottentotte bambine, adolescenti e adulte (6 individui). Da queste ricerche risulta che la steatopigia appare già nell'infanzia, alla fine della pubertà è completamente sviluppata, la gravidanza può accentuarla. Nel bambino l'adipe si ammassa prima nelle regioni superiori posteriori, poi ai lati, finalmente sul trocantere. Il tessuto connettivo lo rende sodo ed elastico. Anche con il massimo dimagramento dell'individuo non scompare la steatopigia.

Il Deniker misurò su fotografie di profilo di Ottentotte steatopige il grado di sporgenza posteriore delle natiche, ottenendo misure che variano dal 4 al 10% della statura (il massimo fu di 15,6%), mentre nelle Europee varia dal 2,6% al 4%.

È inutile voler cercare la causa della steatopigia, anziché in una conformazione particolare - come tante altre notate nella specie umana - nell'influenza dell'ambiente, sebbene il bisogno degli uomini di consumare grasso nelle regioni desertiche sia enorme e determinato da condizioni fisiologiche. Secondo R. Pöch la natica adiposa nella sua qualità di deposito di grasso in periodi di fame e di sete ritarda la perdita di albumina, consentendo al Boscimano e all'Ottentotto di resistere alle cattive condizioni di esistenza nel deserto.




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