Le normative di quasi tutti i paese si stanno uniformando, ma attenzione ai colori e agli inchiostri contenti elementi quali piombo, litio e rame.
Il piombo è il più pericoloso di tutti e può provocare anche danni neurologici, oltre a compromettere il sistema renale.
Gli stessi disturbi, sia pure in maniera più lieve, li provoca anche il litio.
Mentre gli effetti collaterali del rame sono irritazione e problemi alle vie respiratorie.
La normativa vigente impone di elencare gli ingredienti sull’etichetta. Il punto è che spesso non vengono, per motivi di brevetto, riportate le quantità.
E, come dicevano gli antichi: “E’ la dose che fa il veleno”. Va detto che, generalmente, si usano inchiostri e miscele che siano quanto più anallergiche possibili.
Molti tatuaggi di tipo permanente contengono delle concentrazioni, a volte anche massicce, di nichel e cromo, due sostanze che sono in grado di scatenare reazioni allergiche anche molto violente.
I due metalli servono a dare il rosso e il verde.
Per il blu si usa il Cobalto, un altro elemento pesante e che proprio atossico non è. Per ottenere altri colori si usano elementi quali il cadmio e lo zinco.
Per quanto riguarda il colore nero, sfruttiamo l’occasione per dire che nei tatuaggi, per ottenere il nero, NON si usa la china. Questa della china è una leggenda che va sfatata.
Agli animi più sensibili va detto però che per il nero, in qualche caso, si usano ossa incenerite di animali.
In molte altre tinte è presente invece la glicerina. Attenzione al rosso, che spesso contiene anche mercurio.
Discorso diverso, ma non meno complesso, va fatto per gli inchiostri di tipo vegetale.
Il veicolo ha la funzione di distribuire in modo uniforme il pigmento in una matrice fluida, di prevenire l’insorgere di sostanze patogene, di prevenire l’agglomerazione dei pigmenti e di favorire l’applicazione sulla pelle. I veicoli maggiormente utilizzati sono: alcol etilico, acqua purificata, amamelide di origine vegetale, listerina, glicole propilenico e glicerina. A volte sono usati alcol denaturato, altri alcol quali il metanolo, antigelo e formaldeide sostanze tutte da sconsigliare in quanto tossiche.
I pigmenti che vengono messi in ciascun inchiostro servono per conferire il colore desiderato; alcuni pigmenti hanno origine naturale e in questo caso sono ottenuti per trattamento di particolari minerali, ma nella generalità dei casi vengono ottenuti sinteticamente. I metodi di sintesi sono i più svariati e utilizzano processi a umido e/o a secco e includono fasi intermedie come dissoluzioni, reazioni più o meno complesse, precipitazioni, filtrazioni, lavaggi, essiccamenti, calcinazioni ecc.
In mancanza di trasparenza anche in relazione ai pigmenti usati da parte dei produttori, sono stati condotti studi con l’ausilio di varie tecnologie per conoscere quali fossero gli elementi maggiormente presenti che sono risultati essere alluminio, titanio, ossigeno e carbonio.
Le reazioni allergiche ai pigmenti contenuti nei colori sono rare, eccetto per alcuni tipi di rossi (cinabro, composto del mercurio) e verdi. La pelle di persone allergiche ad alcuni metalli può reagire ai pigmenti gonfiandosi, con prurito e con la fuoriuscita di pus. Tali reazioni appaiono di rado, tuttavia è consigliabile eseguire un test apposito prima di sottoporsi al tatuaggio. La reazione allergica più grave, anche se rara, è lo shock anafilattico nei soggetti ipersensibili.
Vi sono anche rari casi di rigetto dell'inchiostro, con conseguente danneggiamento estetico permanente della zona interessata, sarebbe quindi buona norma sottoporsi a test specifici prima di tatuarsi, almeno per la prima volta.
Si è registrata una anomala associazione con le reazioni allergiche che possono nascondere melanomi". L'allerta arriva dall'Fda (Food and Drug Admninistration): "Ferirsi in prossimità della parte del corpo tatuata può provocare la dispersione degli inchiostri nel corpo". La raccomandazione: "Rispettare sempre le norme igieniche". Ma non sempre può bastare...
Rispettare tutte le norme igieniche in locali sempre attrezzati nel modo giusto e perfettamente puliti può non essere sufficiente in alcuni casi. Almeno secondo la Fda americana che con il suo allarme, arrivato negli scorsi giorni, sta creando qualche preoccupazione tra i tanti appassionati di tattoo. Secondo recenti studi, effettuati analizzando gli inchiostri impiegati dai tatuatori, sembrerebbe plausibile ipotizzare l’esistenza (finora sottovalutata) di gravi rischi per la salute.
La presenza di sostanze tossiche e potenzialmente cancerogene in alcuni inchiostri, usati molto spesso anche negli studi professionali. Un esempio è il Benzoapirene, contenuta, sostiene la Fda, in alcuni inchiostri di colore nero utilizzati per i tatuaggi. Il Benzoapirene favorirebbe l'insorgere di tumori alla pelle. E non è tutto: la Fda ritiene possibile la dispersione degli inchiostri all’interno del corpo umano in caso di lesioni in prossimità dei tatuaggi oppure alla modificazione subita dagli inchiostri in caso di esposizione al sole.
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