Gli antichi Egizi, e soprattutto le élite, dedicavano una grande quantità di tempo e di energia per l'ornamento e la modificazione del corpo. I tipi di ornamenti e le modifiche indossate da un individuo rappresentavano moltissimo il livello sociale al quale apparteneva, la ricchezza e i ruoli sociali o politici. Poiché gli Egizi hanno lasciato una grande mole di opere d'arte, monili, sculture, materiali funerari e mummie, sappiamo di come trattassero i loro corpi pur di abbellirli , mummie egizie antiche riportano informazioni sulle molte pratiche che gli egizi usavano per modificare i loro corpi come il trucco, l'henné, le parrucche e le acconciature, i gioielli, la scarificazione e il tatuaggio punitivo (marchio), per passare poi alla circoncisione che segnava lo stato sociale e il passaggio all'età adulta per i ragazzi maschi (poi passò alla cultura ebraica collegandola a una falsa richiesta di un ipotetico dio).
Gli egiziani usavano il trucco fin da età precoce, ne attestano la veridicità prove che ci giungono da 6000 anni fa: gli oli usati per ammorbidire la pelle e i capelli, l'henné e altri materiali naturali per colorare vennero usati per tingere i capelli, le unghie, il viso e il corpo, profumi di piante come la rosa o la menta piperita vennero usate per profumare i capelli e il corpo, minerali come l'ocra e la malachite venivano macinati finemente per creare il trucco per viso e occhi. Sia uomini che donne si annerivano gli occhi con il Kohl (che poi diede il nome all'alcol ovvero medicina di dio o medicina di Allah).
Il tatuaggio pare fosse utilizzato soprattutto dalle donne; sia come pratica decorativa che come occasione rituale. I ritrovamenti di mummie tatuate fanno pensare che l’origine del tatuaggio sia merito dei Nubiani; mummie di donne tatuate risalgono fino a 4000 anni fa, come la sacerdotessa Amunet, sul cui corpo erano presenti linee di punti e un disegno ovale sull’addome, simbolo di fertilità.
Così, dai tempi più antichi fino ai giorni nostri, è ancora molto palpabile tutto il fascino verso i simboli del popolo egiziano: faraoni, croci, scarabei, sono tra i tatuaggi più diffusi tra chi cerca un disegno ricco di significato per decorare il proprio corpo. Non c’è alcun dubbio che per gli egiziani i simboli fossero parte integrante della vita di tutti i giorni: indossati come amuleti da vivi, diventavano compagni di viaggio per l’aldilà come rito funerario.
Tra i tatuaggi egiziani, tra i più diffusi c’è il simbolo della vita, l’ankh, a forma di T con al centro un cappio ovoidale. Nell’antichità il simbolo indicava la vita eterna; ora è tra i disegni più presenti su chi ama i tatuaggi, sia per la sua forma particolare perfetta in ogni zona del corpo, soprattutto dietro al collo, che per il suo significato.
Agli egiziani dobbiamo anche il bellissimo simbolo del fiore di loto, per loro simbolo di stabilità e di durata, capace di attirare il bene e di allontanare il male. Così com’è raffigurato per gli antichi egizi è assolutamente perfetto per un tatuaggio originale, essendo diffuso soprattutto nella sua forma realistica.
Non ha bisogno di presentazioni l‘occhio del dio falco Horus, divinità del cielo, simbolo di integrità e di protezione fisica.
Un altro simbolo egiziano, poco diffuso, è l’anello shenu.
Anche questo era ritenuto simbolo dell’eternità ed è caratterizzato da una forma circolare dove al suo interno erano raccolti i nomi dei faraoni.
Tra i simboli più belli dell’antico Egitto ricordiamo anche il nodo di Iside, una croce che assicurava protezione a vivi e morti.
Molti anche i simboli egiziani raffiguranti animali, come lo scarabeo, oggetto di culto per il popolo egizio, e il bennu, uccello favoloso paragonato alla Fenice e simbolo divino.
Egittologi del British Museum hanno esaminato una serie di antiche mummie e scoperto alcuni segreti inaspettati che sono stati letteralmente tenuti sotto chiave fino ad ora. Otto antiche mummie d’Egitto sottoposte a TAC negli ospedali di Londra, ha permesso agli scienziati di scoprire anche il nome di un uomo tatuato all’interno coscia di una mummia femminile risalente a 1.300 anni fa.
John Taylor, capo curatore dell’antico Egitto e Sudan dipartimento del British Museum, intervistato dal Daily Mail, ha detto: «Le otto mummie in mostra al British Museum, rivelano il lato umano delle mummie del Nilo. Vogliamo promuovere l’idea che queste mummie non sono oggetti ma veri esseri umani. Vogliamo cogliere l’umanità di queste persone». Daniel Antoine curatore della mostra ha detto: «Il corpo conservato di un’antica donna sudanese di età compresa tra i 20 e i 35 anni, che si pensa sia morta intorno al 700 dC, è stata trovata in Sudan nel 2005, ha rivelato un dettaglio inaspettato, un simbolo tatuato sulla pelle della sua coscia destra.
Il tatuaggio visibile chiaramente tramite la riflettografia infrarossa è un monogramma che definisce gli antichi caratteri greci MIXAHA, che si traduce come Michael. E’ un simbolo religioso che rappresenta l’Arcangelo Michele, patrono del Sudan medievale.
La figura nel Nuovo Testamento appare come un protettore e capo degli eserciti di Dio contro le forze del male di Satana, questo simbolo di protezione è stato in precedenza trovato nelle chiese antiche e su tavole di pietra, ma mai prima d’ora nella forma di un tatuaggio. Lei è la prima prova di un tatuaggio di questo periodo. Si tratta di un ritrovamento molto raro“.
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