lunedì 21 settembre 2015

TATOO e RELIGIONE



Nell'Antico Testamento, agli israeliti usciti d'Egitto, Dio aveva proibito di praticare incisioni sul corpo e tatuaggi: "Non vi farete incisioni nella carne per un morto, né vi farete dei tatuaggi addosso. Io sono il Signore" (Lev. 19:28). Ai sacerdoti ebrei era vietato farsi "incisioni nella carne" (Lev. 21:5) ed a tutti gli Ebrei veniva altresì ricordato: "Voi siete figli per il Signore vostro Dio; non vi fate incisioni addosso e non vi radete tra gli occhi per un morto" (Deut. 14:1).

Gli Israeliti venivano dall’Egitto, dove la pratica di farsi tagli sul volto, sulle braccia e sulle gambe nel periodo del lutto era comune tra i pagani ed era considerato un segno di rispetto per il morto, ma anche una specie di offerta propiziatoria verso le deità che governavano la morte e la tomba. Altra pratica diffusa nel paese che li aveva resi schiavi, era quella dei tatuaggi rappresentati con figure, fiori, foglie, stelle o altri disegni su varie parti del corpo. Erano realizzati con dei ferri infuocati, talvolta con inchiostro o pittura.

È probabilmente associato secondo Levitico 19:29, al costume di adottare tali segni in onore di qualche idolo, così si spiega chiaramente la proibizione. Perciò, venivano saggiamente vietati perché erano segni di apostasia e inoltre erano indelebili.



Il termine tatuaggio deriva dal taitiano "tatu", che significa "segnare qualcosa". I tatuaggi sono stati praticati, nelle diverse civiltà, per scopi differenti: in alcuni casi, soprattutto in estremo oriente, erano legati a riti religiosi o all'appartenenza ad un determinato clan per indicare maturità e coraggio; i greci usavano i tatuaggi per comunicare nel mondo dello spionaggio; i romani li usavano per segnare criminali e schiavi.

Nella Scrittura i due divieti citati, relativi alla proibizione di deturpare il corpo, erano giustificati perché ritenuti come un'offesa verso il Signore, il Creatore, ed erano considerati come atti di violenza a danno del corpo umano creato da Dio.

Incidersi il corpo era soprattutto una manifestazione violenta del dolore per la perdita dei propri cari, mentre i tatuaggi avevano una funzione di carattere superstizioso e re­ligioso, come dimostrazione di dedizione alla deità. Servivano come segno di riconoscimento di persone devote ad un determinato idolo. Per questa ragione la legge del Signore vietava incisioni e tatuaggi.







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