martedì 22 settembre 2015

MEHNDI



L'origine del tatuaggio all'henné risale alle origini dell'umanità, infatti le popolazioni dell'area sahariana lo utilizzavano come pianta medicinale e per tatuaggi in occasione di feste e eventi sacri, fu utilizzato in Mesopotamia, poi dagli Ebrei e dagli Egiziani. Si è scoperto che i capelli della mummia di Ramesse II erano stati tinti con l'henné. Alcuni testi assiri del VII secolo a.C. descrivono i preparativi di matrimonio di una giovane donna dalle palme delle mani e unghie colorate con l'henné. In Cina le donne dipingevano fiori sulle unghie. In Vietnam le donne si smaltavano i denti di nero, e l'henné addizionato con additivi annerenti offriva loro una tintura economica. Poi l'henné conquistò l'India nel XII secolo.

In India, attualmente, si sono diffusi degli stili di mehndi più alla moda, con glitter, gemme e paste colorate.

Inizialmente riservata a re e sacerdoti del mondo antico la pratica del tatuaggio con l'Henné raggiunse molti popoli in età romana per poi essere condannata dalla chiesa cattolica come pratica pagana se non addirittura considerata demoniaca.

L'henné presenta proprietà terapeutiche lenitive e antinfiammatorie conosciute fin dai primi secoli oltre a dare la caratteristica colorazione bruna che tutti conoscono. Ancora oggi le donne di molti paesi medio-orientali utilizzano i tatuaggi su mani e piedi quali strumento di bellezza e seduzione per i rispettivi fidanzati e mariti.

Mehndi, è un termine indiano per indicare un tatuaggio temporaneo eseguito con henné naturale rosso, dipinto su mani e piedi. Viene usato in oriente e nell'Africa Mediterranea per la decorazione di mani e piedi per il rito nuziale, benaugurante e di protezione. I motivi sono di buon auspicio per la persona che li indossa e il rito del disegno del mehndi coinvolge le donne di tutta la famiglia e/o tribù.

Il mehndi non è permanente e ha una durata variabile da due settimane ad un mese, non è affatto doloroso e lascia sulla pelle un piacevole aroma che si attenua nei primi giorni.




In India, queste decorazioni si chiamano Mehndi e la loro tradizione risulta ininterrotta a partire dalle dame e divinità ritratte negli affreschi delle grotte di Ajanta, datati attorno al 400 d.C., fino ai giorni nostri.

La tradizione vuole che sia applicato in particolare la giornata prima del matrimonio durante la cerimonia del mehndi che è parte integrante delle nozze, qualunque sia l'appartenenza religiosa della sposa: si tratta di una specie di addio al nubilato - oggi nell'India urbana un vero e proprio party - celebrato in compagnia di tutte le amiche e parenti della fidanzata che, mentre i disegni vengono creati su mani, braccia, piedi e gambe, cantano canzoni tradizionali o ballano coreografie imitate dalle hits hollywoodiane; ma qualunque celebrazione o festa è un buon motivo per ornarsi col Mehndi, in India. Una volta asciutta la pasta, lo stencyl viene rimosso, così come i residui di hennè secco, lasciando sul corpo un intricato disegno che però poco avrà in comune con la sofisticatissima arte a mano libera dei professionisti locali.

Si crede che più scura risulterà la tinta ottenuta durante la cerimonia del Mehendi, più profondo sarà l'amore che legherà gli sposi; ma, secondo altre versioni più maligne, ciò rivelerebbe invece il sollievo della madre della sposa per essersi finalmente liberata della figliuola...  A volte, tra gli arabeschi nuziali vengono inserite anche le iniziali del fidanzato: sfidarlo a trovarle sarà un buon modo per rompere il ghiaccio dopo la cerimonia nuziale, fra sposi che ancora a volte mai hanno avuto occasione prima di rimanere da soli. Ma anche in questo innocente gioco si cela una trappola della tradizione: si dice che, se il novello sposo non riuscirà a trovarle, non sarà certo lui a portare i pantaloni in casa.

Le ballerine di BharataNatyam, danza classica indiana, dipingono con l'hennè ampi cerchi sui palmi di mani e sui piedi, oltre a ricoprire l'intera prima falange di tutte le dita. Mentre il disegno applicato sulla pelle sbiadisce in pochi giorni, variabili a seconda della frequenza e l'intensità dei lavaggi a cui è sottoposto, oltre che a seconda della composizione della pasta di hennè - il succo di limone aiuta la persistenza e l'intensità della colorazione - è bene ricordare che sulle unghie, così come sui capelli, la tinta viene invece assorbita in maniera quasi indelebile e dunque del tutto eliminabile solo con la ricrescita.
Oggi i disegni tradizionali vengono arricchiti con l'aggiunta di polveri iridescenti o brillanti, o con la tecnica chiamata zardosi - dal nome di un classico tipo di ricamo -  e che prevede che il profilo dei disegni venga effettuato prima con l'hennè nero e che in un secondo tempo questi vengano rimpiti con quello classico rosso. Ma sono prodotti che, se non di provenienza certa, possono causare pesanti allergie e conseguenze dermatologiche.

Il tatuaggio dura da due a quattro settimane, sbiadendo lentamente. Una volta finita l’applicazione bisogna aspettare almeno un paio di ore affinchè si secchi e dopo la rimozione è meglio evitare di lavarsi con il sapone fino al giorno dopo, per permettere al disegno di fissarsi sulla pelle. Il colore del disegno è arancione appena finito e diventa più scuro nei giorni successivi.

La realizzazione richiede esperienza e buona manualità. La pasta si prepara miscelando in una ciotola metallica o di vetro, polvere di henné naturale con acqua, fino a ottenere un composto della consistenza del dentifricio. Si deve lasciare riposare la pasta per almeno 12 ore. Aggiungere zucchero e succo di limone favorisce maggior presa e fissaggio del colore, soprattutto in climi freddi e secchi. Per tracciare il disegno si usano dei coni di plastica che si riempiono con la pasta. Più piccola la fessura, più delicato può essere il disegno. In India ci sono in commercio dei coni di pasta all’henné già pronti che hanno quasi del tutto sostituito la preparazione della miscela.
Esistono infiniti modelli di disegni. In India quasi nulla è privo di valore simbolico, così molti dei motivi hanno un significato preciso, anche se la maggior parte delle volte la scelta del tatuaggio è puramente estetica. Un motivo a scacchiera indica il gioco delle possibilità ed è riccorrente sulle mani delle neo spose, appena entrate in una nuova fase della loro esistenza. Il pavone simboleggia la bellezza, mentre il cigno il successo. Gli uccelli in generale sono visti con gli intermediari tra la terra e il cielo. Libellule e farfalle sono simboli di rinascita e cambiamento. Petali e fiori stanno per felicità e gioia, invece foglie e rampicanti rappresentano devozione e vitalità e sono simboli adatti per i tatuaggi da matrimonio. Disegni di occhi hanno la funzione di respingere il malocchio. I motivi a cachemire, oltre a essere decorativamente molto belli,  rappresentano fertilità e buona fortuna.

Il vantaggio del mehndi è la sua impermanenza, potete scegliere di volta in volta tatuaggi diversi, sperimentare combinazioni di motivi decorativi o seguire simbologie che si prestano alla vostra situazione del momento. Pazientate prima di eliminare l’henné secco dalla pelle, così che il colore possa raggiungere la massima intensità. C’è un proverbio che dice: “Più scuro è il mehindi, maggiormente vostra suocera vi amerà”. Forse non è così fondamentale in Italia, ma in India spesso la neo sposa va a stare dagli suoceri, una buona relazione con la mamma del marito è non solo indispensabile per vivere serenamente ma anche un’efficace strategia per conquistare il cuore dello sposo.

L'henné è pericoloso in caso si sia malati di favismo od in caso di specifica allergia al prodotto. Ai riguardi della seconda eventualità, di non immediata individuazione, è consigliabile effettuare una rudimentale prova di allergia applicando una piccola quantità di sostanza su una porzione di pelle non in vista prima di passare a realizzare il tatuaggio vero e proprio.

Va sottolineato che l'hennè puro è di una tonalità marrone o rosso arancio secondo la concentrazione e il tempo di posa, ma ai fini della modificazione del colore e per migliorarne il fissaggio nel prodotto commerciale o nell'impasto preparato dal tatuatore possono essere presenti additivi chimici come il para-fenilendiammina (Ppd), che può provocare allergie ritardate con comparsa circa 15 giorni dopo il tatuaggio di un eczema che riproduce il motivo del disegno tracciato con l'henné. Più grave, questa allergia può condurre a lungo termine ad una super sensibilizzazione a vita, disagevole perché il Ppd si trova in numerosi coloranti, o ancor peggio provocare danni al fegato.



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