Il microdermal sta diventando molto popolare anche in quella particolare cerchia di persone che prima non era interessata al piercing: questa tecnica, infatti, dona la possibilita’ di avere decorazioni corporee molto discrete e soft in parti che prima era difficile forare con successo. A differenza del piercing classico, si adatta bene un po’ovunque anche su braccia, spalle, zigomi, dita, ventre, gambe e schiena. Il gioiello che viene utilizzato è composto da 2 elementi: uno che viene “impiantato” sottopelle, che ha la forma di una piccola ancoretta, I secondo è una testina filettata su cui è montato un brillantino o similare che produce un effetto estetico molto particolare creando un punto luce che rimane appoggiato alla cute. Il tutto richiede 5 minuti e limita al massimo gli effetti indesiderati del piercing classico quali infezioni o irritazioni poichè il gioiello rimane protetto sottocute ed essendo in titanio non magnetico non provoca alcun tipo di reazione. ‘Essendo un piercing “semipermanente“, non possiamo togliere il gioiello quando vogliamo.
Il primo fondamentale passaggio prevede che la pelle venga disinfettata: solo dopo aver accuratamente disinfettato la zona il piercer, infatti, utilizza il suo dermal punch (simile a un bisturi) per praticare il foro sulla pelle.
Una volta realizzato il buco la pelle viene sollevata con l’ausilio di una pinza chirurgica: a questo punto il piercer allarga il foro in modo da posizionare sottopelle la placchetta sulla quale il gioiello verrà poi avvitato.
Il piercing microdermal è infatti costituito da una placca sottocutanea e da un elemento esterno, posato sulla cute, che è un gioiello tenuto ancorato proprio dall’elemento impiantato sottopelle.
Il gioiello visibile è intercambiabile: potrai quindi scegliere, per esempio, in un’occasione di sfoggiare una sferetta d’acciaio e in un’altra di optare per un brillantino, e ogni volta ti basterà avvitare il gioiello alla barretta a L che ti è stata posizionata sotto la pelle.
Il dolore è come sempre un aspetto molto soggettivo ma generalmente un piercing microdermal non fa più male di un piercing classico.
Una volta realizzato il microdermal deve essere ovviamente curato: il rischio di rigetto è pari a qualsiasi altro piercing pertanto basterà essere attenti all’igiene e il pericolo di spiacevoli conseguenze sarà scongiurato.
Per prenderti cura del tuo microdermal fai perciò incetta di soluzione salina, con cui pulire delicatamente la zona del piercing, e di cerotti da usare per coprire la parte almeno per la prima settimana da quando è stato effettuato il foro.
Se il tuo piercing è ancora in via di cicatrizzazione bada bene a proteggerlo dal contatto con batteri e agenti chimici : non toccarlo mai con le mani sporche e evita che venga a contatto con sostanze potenzialmente aggressive come saponi per il corpo.
Hai fatto un microdermal e non vedi l’ora di sfoggiare quel brillantino che tanto ti piace? Non avere fretta: prima di cambiare l’elemento esterno del tuo piercing aspetta che sia almeno trascorso un mesetto da quando il foro è stato realizzato.
I microdermal, soprattutto se realizzati in zone molto esposte, possono facilmente essere soggetti a dolorosi incidenti: hai, per esempio, un piercing microdermal nel braccio? Evita il più possibile gli urti e fai attenzione che il tuo piercing non si impigli da qualche parte!
Il piercing microdermal è un piercing semipermanente: ciò significa che non è possibile rimuoverlo in qualsiasi momento togliendolo autonomamente.
Per eliminare un microdermal è infatti necessario rivolgersi al piercer che lo ha effettuato: un professionista, infatti, sarà in grado di rimuovere l’ancora sottocutanea praticamente una piccola incisione.
Rischio complicanze per i 'microdermal', conosciuti anche come piercing-gioiello. A lanciare l'allarme sono i dermatologi della British Association of Dermatology riuniti all'ultimo congresso annuale a Glasgow. Chiamato anche piercing ad ancora, questa pratica sarebbe rischiosa perché vengono impiantate sottopelle, come supporto fisso, delle placche di titanio o acciaio inossidabile dalla caratteristica forma ad ancora o a uncino, a cui si avvita una testina filettata su cui è montato un brillantino che produce l'effetto estetico. Le placche possono infatti scatenare una serie di problemi quali infiammazioni, allergie e rigetto.
"Il sistema di ancoraggio dei gioielli ad una placca inserita nel sottocutaneo sta prendendo piede e probabilmente avrà sempre più successo - ha spiegato il dermatologo Greg Parkins -. La placca permette di agganciare monili anche in aree dove è impossibile appuntare i classici piercing, come sulle dita o in testa. Se però le placche non sono infilate bene, la cute le avvolge incapsulandole e scatenando una reazione allergica. Registriamo un aumento di casi di complicanze anche a distanza di mesi, come infiammazioni o rigetti e l'unica soluzione è l'asportazione chirurgica effettuata in un ambulatorio dermatologico autorizzato per piccoli interventi" conclude Parkins.
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