mercoledì 20 aprile 2016

LA MASTOPESSI



Il rilassamento del seno comporta per la donna un pesante disagio psicologico che può essere risolto con l’intervento di mastopessi.

La mastopessi è il lifting del seno rilassato. Si tratta di una tecnica chirurgica (con alcune varianti) che rimuove la pelle in eccesso ripristinandone la forma.

La mastopessi è un intervento che può essere consigliato solo quando il seno a un grado di ptosi (rilassamento) moderato o severo. Quando è lieve l’ intervento non è consigliato oppure potrà essere consigliabile solo dopo un approfondimento esaustivo dei vantaggi e svantaggi che lo stesso comporta.

Essendo che questa tecnica chirurgia lascia cicatrici importanti, è evidente che la convenienza all’ intervento è netta quando il seno è molto cadente. Fare cicatrici in un seno poco cadente non è normalmente accettabile.

Il cedimento della pelle è un fenomeno di naturale invecchiamento della pelle che comunque viene accelerato / influenzato da fattori esterni come l’eccessiva esposizione al sole (rende la pelle meno elastica), cambiamenti repentini di volume dovuti a sbalzi di peso corporeo. Altri fattori che modificano l’estetica del seno sono la gravidanza, l’allattamento, Successivi eventi del genere potranno aumentare la velocità del naturale cedimento cutaneo.

La mastopessi additiva è una variante della mastopessi che prevede oltre al sollevamento del seno anche l’inserimento di una protesi mammaria. Viene consigliata questa particolare tecnica quando la paziente presenta una moderata o marcata ptosi del seno accompagnata da un ridotto tessuto ghiandolare / adiposo. La realizzazione della sola mastopessi – eliminando il tessuto in eccesso necessario per avvolgere il volume “originale” – comporterebbe la realizzazione di un seno sodo ma con un volume insufficiente.

Se la paziente usando un reggiseno dal volume desiderato verifica che il proprio seno non lo riempie o lo riempie difficoltosamente, allora è probabile che sia consigliabile la mastopessi additiva.

La ptosi può essere classificata in 3 gradi (lieve, moderata e severa). Il passaggio da un grado all’ altro è caratterizzato dall’allungamento della distanza tra capezzolo e clavicola. La pseudoptosi è invece caratterizzata del mantenimento normale di tale distanza ma di una perdita di sostanza del tessuto ghiandolare e adiposo del seno che conferisce al seno un’ aspetto cadente.

Il primo passo per la donna che desidera rimodellare il seno cadente è la visita medica con il chirurgo estetico. Quella è la sede nella quale si verificherà se sussistono le condizioni anatomiche e psicologiche per procedere con l’intervento. Per questo motivo è consigliabile prepararsi bene per la visita specialistica scrivendosi dubbi e domande da esporre al chirurgo.

Durante il consulto verrà descritta la tecnica d’intervento, il post operatorio, i rischi e complicanze e gli esiti cicatriziali. Verrà inoltre illustrato il risultato atteso anche attraverso la visione di foto prima e dopo. Ti dovrai esprimere in relazione alle tue personali aspettative.

Oltre a procedere con un’ accurata anamnesi medica dovrai sottoporti agli esami clinici preoperatori prescritti per valutare la compatibilità del tuo stato di salute con l’intervento chirurgico.
Nel caso in cui la forma del seno lo permetta, ti verranno illustrate procedure chirurgiche alternative come la mastoplastica additiva.

La prima fase dell’ intervento consiste nella convalida da parte dell’anestesista degli esami clinici e della compatibilità dello stato di salute con lo stesso. Successivamente il chirurgo estetico procede con il disegno della tecnica operatoria programmata con misurazioni precise sulla pelle.

L’ anestesia scelta per questa procedura è l’anestesia locale (infiltrazioni d’ anestetico sul seno) con una sedazione profonda. Quest’ ultima rende la paziente non vigile durante l’ atto chirurgico.



La procedura di chirurgia estetica del seno per sollevare la mammella cadente comporta l’asportazione della cute in eccesso secondo lo schema programmato con il conseguente spostamento dell’areola nella sede “naturale” e la sutura dei lembi.
Le cicatrici risultanti  sono posizionate nella piega sottomammaria (cicatrice orizzontale), tra questa e l’areola (cicatrice verticale) e attorno a quest’ultima (cicatrice rotonda).

Normalmente le cicatrici sono sottili e soddisfano le aspettative della paziente informata. Sono disponibili tecniche di micro chirurgia estetica che possono essere attuate dopo qualche mese per migliorare ulteriormente l’ esito cicatriziale.

Dopo la mastopessi, le cicatrici visibili sul seno ricordano la forma di un’àncora, oppure di una T rovesciata. Si trovano infatti intorno all’areola, scendono sotto l’areola e continuano lungo il solco sottomammario. La parte più evidente è quindi quella verticale, mentre le altre sono ottimamente camuffate dalla conformazione del seno. Questo aspetto va valutato nel contesto globale dell’aspetto del seno prima dell’intervento: spesso infatti, le soddisfazioni date dal rimodellamento sono tali da rendere perfettamente accettabili le cicatrici (che comunque sono sottili, piane e destinate a sbiadire nell’arco di alcuni mesi).

Sono da evitare movimenti con le braccia per almeno 7 giorni per permettere una cicatrizzazione senza trazione e quindi più lineare e sottile.

Il dolore dopo la mastopessi è lieve o inesistente. In alcuni casi può rendersi moderato e quindi l’assunzione di antidolorifici potrà essere prescritta.

La procedura chirurgica di mastopessi ha l’ obiettivo di tonificare e sollevare le mammelle, e di posizionare l’ areola nella sede “naturale”. Gli esiti cicatriziali sono di norma sottili e sbiadiscono progressivamente nel tempo.

Il risultato della mastopessi è permanente qualora non si verifichino ulteriori eventi tali da stressare la pelle nuovamente e produrre rilassamento cutaneo. Ovviamente l’invecchiamento del corpo e della pelle continuano ma nella nostra casistica non abbiamo mai verificato la necessità d’intervenire una seconda volta. Successivi aumenti di peso rilevanti e/o gravidanze possono comunque modificare la forma del seno.

La mastopessi ha uno schema di cicatrici abbastanza importante ed è per questo motivo che la decisione di sottoporsi alla mastopessi deve essere matura e serena. La paziente deve valutare vantaggi e svantaggi della mastopessi oltre che rischi e complicanze.

Dopo la mastopessi è normale che si verifichi una riduzione temporanea della sensibilità cutanea per qualche mese. In casi molto rari questo fatto può durare di più e addirittura diventare permanente.

La mastopessi sposta il complesso areola capezzolo. A seconda della specifica tecnica impiegata la capacità d’allattare potrà essere anche totalmente compromessa. Quando il seno è molto cadente il trapianto dell’areola sarà libero e quindi la paziente non potrà più allattare.

La paziente candidata alla mastopessi deve quindi essere consapevole della probabile interferenza con un futuro allattamento ed esprimere quindi un consenso maturo alla chirurgia,

Fortunatamente la maggioranza delle donne che si sottopongono all’ intervento di mastopessi, lo fanno proprio a seguito delle gravidanze e quindi la complicanza “difficoltà nell’ allattamento” non le riguarda.

 Siccome l’intervento di mastopessi interessa i tessuti superficiali e profondi del seno, è normale che nei giorni seguenti si verifichi un certo gonfiore, mentre il dolore si può tranquillamente sedare con gli antidolorifici prescritti al momento della dimissione. Dopo che i bendaggi e il reggiseno postchirurgico vengono rimossi, viene prescritto l’uso di un reggiseno contenitivo elastico, simile a quelli sportivi, fino a che il tessuto si normalizza. Nell’arco di una decina di giorni, vengono rimossi anche i punti di sutura (o le graffette).

Come in ogni tipo di intervento chirurgico, anche per la mastopessi esiste un certo margine di rischio, generalmente connesso ad episodi di reazione avversa all’anestesia o infezioni. Può verificarsi inoltre un eccessivo sanguinamento e la difficoltà a recuperare pienamente la sensibilità cutanea, così come le cicatrici possono risultare evidenti.

Una larga parte di queste complicanze è efficacemente prevenuta con le opportune indagini preoperatorie e con gli accorgimenti igienico-sanitari adeguati.






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