Presso l'antica Roma, le signore romane utilizzavano per la loro toletta catini, specchi di rame, d'argento o di vetro ricoperto di piombo e, se ricche, avevano addirittura una loro personale vasca da bagno (lavatio) potendo così fare a meno dei bagni pubblici. Potevano poi adornarsi con pettini, spille (fibulae), unguenti e gioielli.
L'uso di questi oggetti presupponeva di aver soddisfatto la prima necessità della matrona, che era quella dell'acconciatura dei capelli affidata alle schiave ornatrices. Operazione questa molto complicata al tempo dell'impero.
In epoca repubblicana la donna divideva semplicemente i capelli a metà con una scriminatura e poi li legava dietro la nuca, oppure si faceva delle trecce raccolte in un cercine sulla fronte.
In tutta l'iconografia femminile al tempo dei Flavi le donne usavano acconciare i capelli in complicatissimi riccioli e quando in seguito ci rinunciarono, prevalse la moda di lunghe trecce disposte come torri sulla sommità della testa che non potevano non essere oggetto della presa in giro di poeti come Giovenale che evidenzia l'aspetto ridicolo di una signora di bassa statura che ostenta sulla testa un'acconciatura più alta di lei.
Le matrone condividevano con i loro mariti le lunghe sofferenze che essi sopportavano per farsi radere dai tonsores, e le serve pettinatrici (ornatrices) correvano il rischio, molto presente, di essere duramente punite se l'acconciatura non soddisfaceva la signora. Più fortunate quelle parrucchiere che rimediavano alla calvizie della padrona con posticci e parrucche, bionde o nere, come quelli di capelli veri fatti venire dall'India.
Gli Egizi rasavano il cranio per ricoprirlo con voluminose parrucche che soprattutto le donne solevano ornare con cerchi metallici o nastri colorati che circondavano il capo all'altezza della fronte. Gli uomini usavano anche coprire il capo con il KLAFT, un rettangolo di stoffa , spesso a righe, fissato alla fronte con un cerchio metallico e lasciato ricadere , a piombo, ai lati del viso. Sontuosi erano i copricapo dei faraoni e delle immagini delle divinità: un casco dorato o una mitra o un serpente, anch'esso dorato, la cui testa prominente incombeva sulla fronte del sovrano o del dio: i tre tipi di acconciatura erano i simboli della regalità.
Tra i popoli del Mediterraneo orientale gli uomini usavano arricciare i loro capelli in ondulazioni orizzontali in contrasto con l'arricciatura verticale della barba; le donne, invece, li raccoglievano alla sommità del capo in pettinature spesso complicate, ornate con diademi d'oro, argento e pietre dure.
Molto semplici e naturali le acconciature degli Ebrei dopo la liberazione dalla schiavitù in Egitto: Mosè vietò alle donne di pettinarsi alla maniera delle Egiziane.
Assai eleganti sono le pettinature che i Cretesi ci esibiscono negli affreschi dei palazzi di CNOSSO e FESTO: le donne arricciavano i capelli e li appuntavano sulla nuca intrecciati con nastri e perline o li lasciavano ricadere sulle spalle, come facevano anche gli uomini, in lunghi riccioli.
In Grecia, nell'epoca arcaica, le acconciature delle donne non erano diverse da quelle degli uomini: riccioli corti e piatti sulla fronte e, sulla nuca e sul collo, lunghi boccoli ottenuti artificialmente con spirali di metallo (negli scavi ne sono state trovate anche d'oro!), il tutto trattenuto spesso da nastri, cerchietti di metallo o corone di foglie. Nell'Italia pre-romana, tra gli Etruschi, gli uomini portavano ai lati del viso lunghi riccioli trattenuti sulla fronte da un cerchio metallico e lasciavano ricadere il resto della chioma ondulata morbidamente sulle spalle. Le donne, oltre ai riccioli sulla fronte e a due lunghi boccoli laterali, solevano raccogliere sulla nuca il grosso della chioma in una treccia lunga anche fino a terra oppure in un mazzo di molte trecce sottili.
In GRECIA, in epoca classica, al passaggio dall'infanzia all'adolescenza, i giovani tagliavano le loro chiome e le consacravano, secondo il sesso, a Febo o ad Artemide ed acconciavano i capelli in riccioli corti; le fanciulle poi, in occasione del loro matrimonio, si rasavano completamente il capo. Le donne greche di epoca classica segnavano una scriminatura al centro del capo e raccoglievano morbidamente sulla nuca le due bande di capelli legandoli con nastri o trattenendoli con reti, diademi, trecce, spilloni o cerchi metallici ornati anche di pietre preziose. Spesso intorno al capo portavano la CALANTICA, un tessuto leggero che poteva essere usato sia come fascia che come velo.
Gli uomini sceglievano prevalentemente la pettinatura detta a giardino: capelli a riccioli corti che circondavano la testa; i più vanitosi, nel VI secolo, portavano un nodo di capelli alto sulla fronte che piaceva anche alle signore: esse lo adottarono spostandolo sulla sommità del capo e chiamandolo CORIMBOS. Le donne greche amavano anche tingere i loro capelli in nero-blu con riflessi metallici. Le vittorie militari dei ROMANI e la costituzione del loro immenso impero, li posero in contatto con tutti i popoli del Mediterraneo da cui appresero, tra l'altro, anche l'arte dell'acconciatura. Fino al III secolo a.C., infatti, a Roma non si conosceva la professione degli acconciatori e i primi tonsores (parrucchieri) vennero dalla MAGNA GRAECIA appena conquistata. Nel periodo precedente, le donne portavano capelli raccolti sulla nuca e legati con nastri o fermati da spilloni o divisi in trecce e gli uomini, austeri e sobri, tagliavano corti i loro capelli senza alcun artificio. Il contatto con le più raffinate civiltà dei popoli conquistati modificò il gusto: anche gli uomini della Roma bene si fecero acconciare i pur corti capelli (se ne avevano) in riccioli a giardino e adottarono,specialmente durante i banchetti, corone di foglie e fiori. Secondo la tradizione, nel giorno del loro matrimonio, le fanciulle romane avevano un'acconciatura particolare: la chioma, divisa con l'ago crinale in sei ciocche o trecce, veniva rialzata e trattenuta con bende di color porpora oppure con una corona di rose e mirto.
Nelle case patrizie non mancavano le ORNATRICES, schiave addestrate alla cura delle sempre più sofisticate pettinature delle matrone: reticelle d'oro e pietre preziose, diademi, gioielli e fiori servirono a contenere e completare acconciature di capelli veri o di parrucche vistose: vere e proprie architetture di riccioli e trecce disposti a più ordini sul capo ed intorno ad esso. Lo stesso poeta OVIDIO (I sec. D.C.) si preoccupa che le sue concittadine possano perdere i loro capelli a furia di usare ferri per arricciarli e tinture per colorarli di rosso sempre più acceso, come la moda esige. Con il Cristianesimo torna una certa sobrietà: una scriminatura centrale divide morbidamente la chioma che viene poi raccolta sulla nuca in una treccia piatta arrotolata; spesso un velo incornicia il viso.
La morale cristiana impone costumi rigorosi che influiscono anche sullo stile delle acconciature: gli uomini tagliano corti e in tondo i loro capelli mentre le donne avvolgono intorno al capo le bende che nascondono le chiome come ancor oggi fanno le suore di alcuni ordini monastici di origine medievale. Solo in epoca feudale regine e signore dell'aristocrazia portano i capelli sciolti sulle spalle e fermati, sul capo, da un diadema.
Dalla fine del XIII sec., uomini e donne del popolo minuto coprono il capo ed i capelli con semplici cuffie annodate sotto il mento mentre gli uomini della borghesia e dell'aristocrazia portano berretti morbidi a cencio. Tra i giovani, uomini e donne, delle classi sociali più ricche è diffusa l'abitudine di schiarire, arricciare e profumare i capelli che scendono fino alle spalle e spesso sono decorati con ghirlande di foglie e fiori. Gli uomini con capelli corti, a Firenze e Venezia, sono guardati con sospetto e considerati dei malfattori. Una lunga treccia di capelli e nastri orna spesso il dorso delle gentildonne che altre volte raccolgono sulla nuca i loro capelli in un nodo trattenuto in una reticella d'oro o di seta e circondano il capo con la LENZA o FERRONIERE, un nastro che lascia scendere sulla fronte una perla o un'altra pietra preziosa.
Dopo il XVI sec. le acconciature di uomini e donne diventano sempre più vistose: architetture di riccioli, spesso su parrucca, coprono il capo degli uomini di classe sociale elevata mentre le dame adottano pettinature molto gonfie, ricce e decorate da nastri ad incorniciare il viso e annodate poi piatte sulla nuca. Ben presto le parrucche diventano un inevitabile complemento dell'eleganza maschile e femminile: incipriate, raccolte in un codino (legato con nastro di seta nera), e in ampi riccioli orizzontali sulle tempie per gli uomini mentre le signore preferiscono appuntare sulla nuca e poi lasciar ricadere sulle spalle lunghi boccoli dominati da toupets che si innalzano di volume e diventano luogo di esposizione di preziosi gioielli.
La RIVOLUZIONE FRANCESE elimina, tra l'altro, anche l'uso di acconciature sfarzose ed esagerate: i capelli femminili sono raccolti in un nodo sulla nuca e spesso coperti da una cuffia come sogliono fare le donne del popolo; tra gli uomini si diffonde il taglio alla Brutus, corto, con frangia irregolare sulla fronte. Dopo la parentesi del NEOCLASSICISMO che porta in auge anche le pettinature ispirate all'antica Grecia, per tutto il secolo le signore alla moda preferiscono acconciature più ricche e artificiose: lunghi boccoli si inanellano dalle tempie alle spalle o, a volte, sbucano da uno chignon fermato sulla nuca. Gli uomini scelgono spesso un taglio corto, sopra l'orecchio, con scriminatura centrale e lunghe basette (favoriti), ma non mancano quelli che lasciano fluire fino alle spalle le loro chiome in una zazzera libera.
Saranno gli anni Venti del XX sec. a portare la più grande rivoluzione nella storia dell'acconciatura femminile: i capelli corti alla garçonne e alla Bob, mentre gli uomini adotteranno il taglio all'Umberto. Più tardi, con l'invenzione della permanente, a caldo prima e poi anche a freddo, ritorna la moda dei riccioli, lunghi o corti che siano, a volte solo limitati ad incorniciare il viso mentre il grosso della chioma è raccolto sulla nuca magari ancora in reticelle di seta o di velluto. Dalla fine della seconda guerra mondiale saranno i personaggi del cinema e dei rotocalchi a rappresentare i modelli a cui ispirarsi. La coda di cavallo di Brigitte Bardot sarà bandiera per le teenagers di tutto il mondo mentre le signore chiederanno ai loro parrucchieri acconciature e colori come quelli di Grace Kelly, di Liz Taylor o di Audrey Hepbourn. Poi verranno i capelli a caschetto e quelli cotonati, le parrucche e le mèches e, col '68, le lunghe chiome incolte e inghirlandate delle figlie dei fiori.
Gli uomini si ispireranno a Clark Gable o a James Dean, sceglieranno scriminature laterali e basette, useranno retine notturne e brillantina per dar forma ai loro capelli corti, lisci o ondulati che siano, ma poi, anche per loro, il '68 sarà determinante. Nascerà la moda unisex ed i capelli degli uomini si allungheranno come quelli femminili e sarà capellone ogni giovane che vorrà sentirsi libero dai condizionamenti della tradizione. punk Il vorticoso passar di moda del gusto degli ultimi decenni del XX secolo, tra nostalgiche rivisitazioni e ricerca del nuovo, ha aperto scenari di possibilità mai immaginati: capelli d'ogni colore e pettinature di ogni forma convivono tranquillamente nelle nostre città dove le razze e le culture vanno mescolandosi creando nuovi gusti: lo stile afro piace a molti europei che adottano treccine anche artificiali e multicolori mentre il piacere ormai realizzabile di avere capelli lisci, facili da pettinare, contamina gli africani immigrati in Europa.
Oggi più che mai la scelta della pettinatura diventa espressione di integrazione o di disagio sociale e, tra le acconciature molto bon ton e le creste punk sono riconoscibili le variegate e multicolori sfaccettature di una società sempre più complessa e forse insoddisfatta.
La prima apparizione della parola “parrucchiere” è nel 1600 in Europa, e il parrucchiere era considerata una professione. La moda dei capelli del periodo suggeriva che le donne ricche portassero grandi, complesse e fortemente ornate acconciature, che sarebbero state mantenute dai loro cameriere personali e altre persone. I capelli di un uomo ricco venivano spesso gestiti da un cameriere.
In passato il parrucchiere era addetto al confezionamento di parrucche per coloro che volessero ricoprire la propria calvizie o usare capelli già acconciati in sostituzione dei propri.
Un parrucchiere è una persona la cui occupazione è quella di tagliare o acconciare i capelli, per cambiare o mantenere l’immagine di una persona. Ciò si ottiene mediante una combinazione di colorazione dei capelli, taglio dei capelli, e tecniche di texturing.
La maggior parte dei parrucchieri sono oggi professionalmente riconosciuti con una licenza, sia come parrucchieri che come barbieri.
Il parrucchiere come occupazione risale a migliaia di anni. Disegni e dipinti antichi sono stati scoperti raffiguranti persone che lavorano sui capelli di altre persone. Scrittori greci come Aristofane e Omero menzionano parrucchieri nei loro scritti.
In Africa, in alcune culture si riteneva che lo spirito di una persona risiedesse nei suoi capelli, dando ai parrucchieri elevato status sociale all’interno di queste comunità. Questo status del parrucchiere incoraggiava molti a sviluppare le loro capacità, e stretti rapporti sono stati costruiti tra parrucchieri ed i loro clienti. Ore ed ore venivano spese nel lavaggio, pettinatura, oliatura, styling e ornamento dei capelli. Gli uomini lavoravano in particolare sugli uomini, e donne su altre donne. Prima di morire, un parrucchiere maestro dava i suoi pettini e strumenti a un successore scelto nel corso di una cerimonia speciale.
In Egitto, i parrucchieri avevano custodie appositamente decorate per tenere i loro strumenti, tra cui lozioni, forbici e materiali per lo styling. I barbieri lavoravano anche come parrucchieri, e gli uomini ricchi spesso avevano barbieri personali all’interno della loro casa.
In Grecia e nell’antica Roma il ruolo di parrucchiere era svolto in casa da schiavi e servi, che si occupavano di varie mansioni, tra cui la tintura e la rasatura. Gli uomini che non potevano permettersi i propri servizi per capelli o trucco privati andavano dal barbiere locale. Le donne avevano i capelli mantenuti e curati a casa loro.
La domanda di servizi di cura dei capelli è cresciuta dopo un decreto papale nel 1092 che chiedeva che tutti i sacerdoti rimuovessero i loro peli del viso.
Ai nostri tempi oltre al taglio e al lavaggio dei capelli, il parrucchiere può effettuare lavorazioni particolari come la colorazione con una tintura per capelli, il brushing, utilizzare apparecchi elettrici per stirare i capelli o fare una permanente ed inoltre, su richiesta della cliente, può prescrivere, consigliare e raccomandare dei prodotti specifici per la sua capigliatura. Nella bottega del parrucchiere, quando è attrezzato come "salone di bellezza", possono essere presenti lavoranti assistenti addetti alla depilazione, alla cura della pelle e delle unghie (manicure).
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