L’orecchio è il luogo di elezione per piercing e fori. Ne abbiamo testimonianza infatti da tempi immemori, e anche la più antica mummia mai ritrovata, Ötzi, presenta fori ai lobi di dimensioni consistenti (si parla di fori tra calibro 1 e 000, praticamente 1 centimetro).
Si tratta di una tradizione molto risalente, presente in ogni angolo del mondo, e che è stata conservata anche in occidente fino ai giorni nostri.
Simboli religiosi, simboli di stato o semplici abbellimenti, i piercing all’orecchio sono uno di quei pochi tratti culturali comuni a tutte le civiltà.
Con il tempo le tradizioni si sono fuse, offrendo anche a chi vive dalle parti nostre diversi piercing all’orecchio, che spaziano dal più tradizionale al lobo, fino ad arrivare a trago, elica e parti cartilaginee.
L’orecchio, nonostante sia una parte del nostro corpo di dimensioni non enormi, offre tanti punti per un foro che si rispetti.
Il più comune dei piercing all’orecchio è sicuramente quello ai lobi, che ha una tradizione molto risalente nel tempo.
Sono comunissimi, praticamente ogni ragazza del nostro paese (e tanti ragazzi) lo hanno fatto da giovanissime.
Diffusissimi ed apprezzatissimi, sono tra i piercing più comuni di tutte le generazioni. Davvero facile anche la foratura e l’applicazione.
Una piccola avvertenza: dite no alla pistola.
L’elica è quella parte in alto dell’orecchio, curva e composta prevalentemente di cartilagine.
Il trago è quella piccola sporgenza di cartilagine proprio davanti al nostro condotto uditivo. Anche lì è possibile applicare un foro, anche se bisogna procedere con cautela dato lo spessore della cartilagine che lo compone.
C’è solo l’imbarazzo della scelta, anche se, come nel caso degli altri fori, è importante ricordarvi che nonostante si tratti di una pratica molto comune è sempre necessario prestare la dovuta attenzione: scegliere un professionista con esperienza è di fondamentale importanza per avere un foro pulito, che si curi nel modo giusto, simmetrico e che non crei problemi successivamente.
Quello sui lobi è forse tra i più indolore, mentre le zone cartilaginee fanno vedere le proverbiali stelle.
L'orecchio è una potente zona riflessogena di tutto il corpo e può risentire di una stimolazione inopportuna fino addirittura a causare patologie". Il richiamo all'attenzione è rivolto soprattutto agli amanti del piercing e arriva da Osvaldo Sponzilli, responsabile di omeopatia, agopuntura e riflessoterapie dell'Ospedale San Pietro Fatebenefratelli, che sottolinea come un'applicazione sbagliata del piercing può provocare disturbi funzionali a breve e lungo termine in organi e apparati distanti dal punto di introduzione. Così possono capitare casi di ansia immotivata ma anche infiammazioni urogenitali, cefalee, scompensi ormonali o nervosi e allergie respiratorie. Il tutto per un improvvido anellino o orecchino inchiodato nel punto sbagliato.
''Non a caso - spiega Sponzilli - i pirati portavano un orecchino d'oro al centro del lobo dell'orecchio destro, a questo livello infatti nel destrimano è rappresentata la funzione visiva e la finalità era appunto di acuire la vista''. ''E se piercing deve essere - conclude Sponzilli - è poi importante puntare sull'oro, perché altri conduttori metallici possono dare effetti negativi, mentre il cosiddetto re dei metalli ha una funzionalità positiva''.
Anche se il Piercing orecchio è molto comune e abbastanza semplice da realizzare, comunque è una ferita, per cui occorrono una serie di precauzioni da seguire sempre: evitare di giocare con il gioiello, disinfettare con cura la ferita, evitando però in qualunque modo l’utilizzo del cotone, che lascia sicuramente dei residui che possono facilmente portare a infezioni o arrossamenti anche molto dolorosi: meglio usare delle garze sterili, che si possono facilmente trovare in qualunque farmacia, imbevute di una soluzione salina. Evitiamo quindi i disinfettanti chimici, in quanto il sale aiuterà la miglior cicatrizzazione della ferita ed è un prodotto naturale ed … economico. Come detto l’igiene è fondamentale, quindi evitiamo di toccare la ferita a mani nude, tanto più se non sono accuratamente lavate ed impariamo ad usare guanti in lattice monouso, oppure laviamo con la massima attenzione le mani prima di toccarlo.
La guarigione avviene solitamente in 6-8 settimane, dopo le quali si può tranquillamente cambiare gioiello. Come per tutti i piercing, meglio usare gioielli in acciaio chirurgico o titanio, oppure in alternativa, se possiamo permettercelo e ci piace, oro o argento. Attenzione alla bigiotteria, soprattutto se da pochi euro! Può contenere delle sostanze dannose che ci possono creare dei veri problemi. Il nemico numero 1 in assoluto è il nichel, quindi usiamo sempre prodotti antiallergici e di qualità, così non avremo problemi. Ricordatevi inoltre di non usare mai e poi mai la pistola, perché non è regolabile e può creare dei danni da contatto anche seri. I veri professionisti non la usano mai, quindi se vi rivolgete a loro non avrete problemi.
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