domenica 1 novembre 2015

UOMINI ANIMALI




Ci sono persone che proprio non ne vogliono sapere di avere un corpo normale. Uomini che vogliono somigliare a zombie, a lucertole, a gatti, a mutanti, e che per farlo ricoprono il proprio corpo di tutto ciò che l’estetica mette a disposizione: dai comuni tatuaggi e piercing, fino alle protesi sottocutanee, a pezzi di ferro impiantati nel cranio, fino agli anelli che consentono di allargare i lobi delle orecchie: insomma, una serie di cose che li fanno decisamente distinguere dalla massa delle persone comuni.

E' il caso di Edward William Richards, 56enne inglese, che ha deciso di "trasformarsi" in un uomo-pappagallo in onore dei suoi amati volatili, con la speranza di somigliare ai variopinti pennuti sempre di più. Ultima follia di una metamorfosi che va avanti da molti anni è stata l'amputazione delle orecchie tramite un intervento chirurgico durato ben 6 ore.

"Voglio somigliare ai miei pappagalli": questa è la folle motivazione che ha portato "Ted Parrotman" ad intraprendere un percorso nato nel lontano 1976, data a cui risale il primo tatuaggio. Da lì in poi è iniziata la serie di innumerevoli piercing (circa 50), disegni sul corpo (110) e lenti a contatto colorate per diventare sempre più simile ai volatili che accudisce. Il prossimo passo, come ammette l'uomo, sarà quello di trovare un chirurgo disponibile a trasformare il suo naso in un becco.

"Penso che sia una cosa fantastica" - ha rivelato l'uomo al tabloid The Sun a seguito dell'intervento - "La amo! E' la miglior cosa che mi sia mai successa. Sono così felice che non riesco a smettere di guardarmi allo specchio. L'ho fatto perché voglio somigliare il più possibile ai miei pappagalli". Dopo l'operazione, Edward a quanto pare non ha riportato problemi di udito. L'unico inconveniente è legato all'uso degli occhiali: senza sostegno naturale, l'uomo-pappagallo ha dovuto farsi applicare due piercing speciali ai lati della testa. Tutto risolto.
Pare che in seguito a tale operazione l’uomo non abbia subito danni all’udito mentre sono stati necessari dei piercing speciali ai lati della testa per poter sostenere gli occhiali da vista.
Le sue prime dichiarazioni sono state :“Sono felice, voglio essere come i miei pappagalli e non faccio che specchiarmi”.


Diverse e numerose le serie di operazioni a cui si è sottoposto Dennis Avner, a cominciare da tatuaggi su tutto il corpo, modifica dell’attaccatura dei capelli, piercing sul labbro superiore e impianti sottocutanei per facilitare l’inserimento delle vibrisse, appiattimento del naso, sistemazione dei denti per avere un aspetto più felino, l’uso delle lenti a contatto verdi con una fenditura, allungamento dei lobi, iniezione di silicone sulle labbra, guance e mento e la lingua resa biforcuta. Ancora sconosciute le ragioni che hanno spinto Avner al suicidio. Il 54enne che era un ex marine ora programmatore aveva pagato una consistente somma di denaro per seguire ‘il suo spirito, il richiamo della foresta e raggiungere così lo scopo di modificare il suo corpo in onore alla tigre‘, il suo animale totemico.
Avner è diventato famoso anche in Italia per aver partecipato ad alcuni show televisivi dove era stato premiato per “il maggior numero di trasformazioni del proprio corpo per sembrare un animale”, primato rilasciato dal Guinness dei Primati e da quel momento era conosciuto al pubblico con il soprannome di Uomo Gatto. Oltre ad aver partecipato come ospite a Lo Show dei record, L’Uomo Gatto aveva sfoggiato il suo volto felino in diversi programmi televisivi, sia in Italia che all’Estero, e nel nostro Paese il suo caso fu trattato anche da Plastik Ultrabellezza. Avner è stato ricordato da Shannon Larratt, il fondatore della e-zine dedicata alla modificazione del proprio corpo BME: ‘Dennis si era identificato talmente tanto con la sua natura felina che aveva deciso di modificare il suo corpo e se stesso non in quello di una tigre, ma una tigre femmina‘, per somigliare al felino indossava regolarmente anche una coda di metallo.
Ma per l’amico le sue trasformazioni non gli portarono fortuna. Per altri tutte quelle operazioni hanno alterato la sua psiche, come sottolinea il direttore del centro di Bioetica di Albany, Glenn McGee all’Huffington Post americano, con tutti quei cambiamenti per ‘emulare gli animali‘ Avner è andato troppo oltre. Secondo McGee il 54enne potrebbe aver sofferto di Dismorfofobia. Dal momento della morte molti sono passati dalla casa dell’Uomo Gatto per rendergli omaggio.






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