domenica 1 novembre 2015

CORPI SCOLPITI



Da sempre uomini e donne intervengono sul proprio corpo in modo tale da essere riconosciuti e accettati all’interno della propria società. Dalla chirurgia estetica si possono trarre modelli per una nuova visione del proprio fisico che diventa capitale su cui investire anche in prospettiva di una scorciatoia sociale.

Avere addominali scolpiti in poco tempo, e in generale un corpo tonico, è praticamente il sogno di tutti, uomini e donne: non si tratta di un obiettivo irraggiungibile, anzi. Esiste una precisa dieta da seguire che, unita al corretto allenamento fisico e a un po’ di impegno, consente di avere gli addominali tanto desiderati e una pancia piatta.
Non si otterrà mai un addome ben definito e curato senza rimuovere il grasso in eccesso, dunque in questo caso l’alimentazione gioca un ruolo indispensabile: si dovrebbe innanzitutto prediligere una dieta ipocalorica, a basso contenuto di grassi, che preveda un menu composto da pietanze scarse di sale e con una quantità limitata di carboidrati. Meglio bere molta acqua, almeno 2 litri al giorno, così da assicurare al corpo il corretto livello di idratazione.
In una dieta per avere gli addominali scolpiti, non possono mancare i seguenti alimenti:
frutta fresca e verdure di stagione, come ad esempio zucchine, cipolle, spinaci, funghi, broccoli, peperoni, lattuga, pomodoro e via dicendo;
carne magra, soprattutto bianca come pollo, tacchino, coniglio;
uova, anche se è meglio assumerne solo l’albume, dato che un massiccio consumo del tuorlo contribuisce ad aumentare il livello di colesterolo cattivo nel sangue;
latte di cocco, da aggiungere nei frullati e negli yogurt (magri);
noci e mandorle non tostate;
avocado, da aggiungere a insalate e panini;
piccole quantità di burro biologico;
pasta, pane e riso integrali, in piccole quantità;
pesce e crostacei;
crusca e farina d’avena;
legumi;
salse semplici per condire la pasta.
In generale si dovrebbero fare cinque pasti al giorno, 3 principali (colazione, pranzo e cena) e dunque abbondanti e 2 spuntini smorza-fame, preferibilmente a base di frutta e yogurt magro. Tra gli alimenti da evitare vi sono i prodotti da forno, quelli eccessivamente calorici, grassi e ultraconditi, snack, bevande gassate e zuccherate e alimenti raffinati.



Interessante capire cosa spinge un ragazzo a voler diventare 'enorme', fortissimo, e 'intimidatorio', oppure 'scolpito' come una statua di Michelangelo.

Anche perché spesso alla base della ricerca del muscolo più grosso possibile, o del corpo più scolpito e tonico possibile, vi sono delle motivazioni che gli specialisti considerano 'borderline' o quasi patologiche.

Il fatto di dedicare quotidianamente un tempo e soprattutto un'attenzione esasperata all'allenamento, festività comprese, ha come inevitabile conseguenza il sovvertimento delle altre priorità: si cerca di adeguare gli orari di lavoro, magari uscire prima o addirittura non andare al lavoro perché l'allenamento lo richiede, non si vedono più gli amici perché quando loro si trovano, la persona deve essere al suo allenamento che in questi casi è rigorosamente "solitario"; e il tempo libero non passato in palestra viene dedicato a letture o navigazione in internet che consentano di approfondire la "pseudoscienza" degli integratori alimentari o peggio dei farmaci che si possano assumere per migliorare la performance.

Anche la ragazza passa all'ultimo posto e guai se si lamenta, considerato che la ricerca spasmodica e patologica della forma fisica perfetta non è finalizzata ad ottenere lodi e consensi e apprezzamenti (e chi più della partner dovrebbe "goderne"), ma ad una sfida con se stessi che non ha un traguardo, ma che appunto sposta sempre più in là l'asticella…

Il quarantenne/cinquantenne che "scopre" ad una certa età ("critica" bisognerebbe dire) le meraviglie del fitness, lo fa spinto da motivazioni differenti da quelle del giovane. Tra queste motivazioni probabilmente la ricerca di qualcosa che lo faccia uscire da una certa insoddisfazione personale, relazionale, piuttosto che spinto da un bisogno di ringiovanire e recuperare le emozioni di quella età (magari un amore con una ragazza molto più giovane). E non dimentichiamo che entro certi limiti non solo l'immagine che rimanda lo specchio è fonte di gratificazione se non si vede più quell'odiosa pancetta, ma che la sensazione soggettiva di benessere che l'attività fisica comporta è realmente "cosa" di valore, soprattutto per quelli ai quali magari il medico ha già detto che stanno lavorando con troppo stress per guadagnare sempre di più e godere di un'immagine di prestigio…

Esiste un punto limite, spingersi oltre il quale comporta non un progressivo vantaggio ma una serie sempre più ampia di svantaggi, il peggiore dei quali potrebbe riguardare proprio la salute fisica, non soltanto l'equilibrio psichico, proprio nella perdita di libertà e quindi della capacità di decidere per il meglio.



L'approccio terapeutico sotto il profilo psichiatrico vede nelle psicoterapie cognitivo-comportamentali lo strumento di maggior efficacia per riportare i comportamenti relativi all'allenamento esagerato e quelli alimentari patologici, in un ambito di normalità. Una attenzione particolare dovrà essere data dallo specialista psichiatra (che per questo è la persona appropriata per la valutazione iniziale del caso) ad eventuali patologie concomitanti, in particolare all'esistenza di un disturbo ossessivo-compulsivo propriamente detto.

Un problema molto particolare che si pone al confine tra i disturbi dell’alimentazione e le dipendenze patologiche è quello della bigoressia, o vigoressia, che dagli americani è stato anche definito con il termine tradotto di anoressia riversa.
Le persone bigoressiche sono persone che hanno l’ossessione di avere un fisico perfetto. E già qui ci sarebbe molto da discutere. Il fisico perfetto è davvero quello proposto dai media e dalle pubblicità? E quindi ecco che il bigoressico uomo insegue l’ideale dell’uomo palestrato muscoloso, dove al fisico perfetto si affianca l’idea di mascolinità esasperata ed esasperante e di forza e dinamicità, e la donna bigoressica che insegue l’ideale del gluteo perfetto, del sedere e del seno super rassodati. Il disturbo è stato spesso studiato in relazione al genere maschile, ma riguarda anche le donne.
Come mai questo disturbo si pone al confine tra i disturbi dell’alimentazione e le dipendenze patologiche? Innanzitutto, è chiaro che il nome di “anoressia inversa” ha un senso perché il fisico che la persona con questo problema vuole ottenere è un fisico vigoroso, prestante, atletico, prorompente, sia che si tratti di uomini che di donne. In realtà anche questo è l’obiettivo che le persone anoressiche cercano di ottenere. Ma il risultato finale è tangibile e differente: da una parte un corpo denutrito (anoressia), dall’altra un corpo apparentemente in salute e perfetto (vigoressia).
E qui si pone un problema molto centrale: come può una persona che giunge ad ottenere un fisico così perfetto considerarsi con un problema? E’ molto difficile infatti che una persona vigoressica chieda aiuto e che anche persone attorno possano consigliarglielo.
Ma se guardiamo al quadro patologico (e qui capiamo l’intreccio tra area dell’alimentazione e area della dipendenza patologica), la persona presenta un comportamento compulsivo ed impulsivo nei confronti dell’attività fisica, che non si placa mai. Gli sforzi vanno continuamente aumentati (tolleranza), il fisico va reso sempre più perfetto, definito e scolpito, le ore di palestra non sono mai sufficienti, l’attività fisica viene sempre più tollerata e sopportata, quasi come se il corpo fosse abituato a non sentire la stanchezza fisica, che è un importante indice perché ci dice che dobbiamo staccare, che dobbiamo riposarci, dobbiamo riprendere energie. Quali differenze trovate con una persona tossicodipendente, alcolista, giocatore patologico o internet dipendente?
Al tempo stesso per far sì che questo fisico perfetto si concretizzi la persona con problemi di vigoressia utilizza in maniera spasmodica e compulsiva cibi ipocalorici e/o integratori alimentari, assume anabolizzanti che possono essere molto pericolosi, si chiede costantemente se il numero di proteine è adeguato agli obiettivi che vuole raggiungere.
Si instaura in pratica un forte circuito in cui c’è un costante controllo non solo sull’attività fisica da svolgere e sul monitoraggio continuo del proprio corpo, ma al tempo stesso su tutto ciò che riguarda l’alimentazione.
Proprio come le persone anoressiche, le persone vigoressiche sono eccessivamente focalizzate sul proprio corpo, ma presentando una distorsione percettiva, certo differente, ma in ogni caso preoccupante. Alla fine dei conti né gli anoressici nè i vigoressici sono soddisfatti del risultato ottenuto: gli anoressici continuano a vedere il proprio corpo eccessivamente grasso mentre i bigoressici continuano a vederlo troppo flaccido. Sono un po' le due facce della stessa medaglia. E in entrambi dei casi, la posta in gioco deve farsi sempre più alta (e rischiosa).





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