Le bocce, le zinne, il davanzale, i galleggianti, passando per il politically correct e biologissimo seno, fino all’elegante décolleté: come le vogliate chiamare tra di voi o farle chiamare dal vostro compagno mentre ve le strapazza, sempre di tette si sta parlando.
Da un sondaggio tra uomini, a discapito di tutte le aspettative, la risposta più frequente non è stata “mi piacciono le tette grandi”, ma è stata una non-risposta: “dipende dalla forma”, lo hanno detto l’80% degli interpellati.
Il motivo antropologico dell’attrazione maschile (ed eventualmente anche femminile) verso il seno è che ricorda il sedere e il sedere è il primo a essere visto (ed a essere usato) nell’accoppiamento animale.
Il motivo psicologico dell’attrazione verso il seno è presto spiegato: le tette ricordano l’allattamento materno, quindi il nutrimento, la vita, l’affetto, il calore. In questo caso le forme non è che contino molto, ma quando si cresce si diventa di gusti difficili: ed ecco quindi che non basta avere il cruccio di averle troppo grandi oppure la fissazione di averle inesistenti, la delusione di averle cadenti già a 25 anni, il pallino di farsele ritoccare con la chirurgia, o il più economico espediente di preoccuparsi di comprare sempre reggiseni imbottiti o maglie larghe; ora c’è anche la questione della forma.
E lì, oltre la chirurgia plastica, non esiste rimedio: madre natura regna sovrana e una volta tolti vestiti e reggiseni superaccessoriati, siamo proprio così come la mamma ci ha fatte e la vita ci ha cresciute.
Pesche, limoni, angurie, cachi, manghi, papaie, uva passa, pere, ciliegine, mele verdi?
Oppure trampolini, taschini, vulcani, palloni, bustine?
Le tette si possono dividere in 100 categorie ben definite. E fortunato colui che avrà la possibilità di tastarle tutte. .
Cosa c'è di più provocante, a livello di stimolo sessuale, dell'ampio davanzale che lei ti sbatte in faccia per tutta la serata?
E che dire, infine, dell'orgasmica possibilità di farsi fare una sega con le tette?
In principio fu la coppa di champagne, poi la lobby degli outlet di intimo ridusse tutto a dei codici asettici e ben poco evocativi tipo 90 coppa C. Qualche nostalgico ovviamente non ha mai dimenticato le poppe a pera di nutiana memoria, ma la verità è che la migliore delle tette possibili non esiste, anche perchè ci sarebbe solo l'imbarazzo della scelta, visto che le tette possibili sono sono un bel po'.
VERY BIG BOOBS: vedi anche: maggiorata. Sono veramente delle grosse bocce, dalla quinta in su, di forma tonda e di consistenza un po’ molle e flaccida. Alcune delle massime esponenti della categoria sono infatti obese (in questi soggetti è completamente svalutato l’aggetto del seno rispetto all’addome, che cade a zero, svalutando irrimediabilmente il davanzale), conseguenza o causa, secondo recenti studi, della comodità che queste donne raggiungono stando a tavola, momento in cui trovano sollievo appoggiando i due airbag sulla tovaglia. In generale, assunta per vera la tesi secondo cui la stupidità è direttamente proporzionale alla grandezza del seno, questa classe è rappresentata da donne tremendamente stupide, salvo poche eccezioni che ovviamente confermano la regola. Le altre maggiorate, se non obese, hanno avuto un colpo di culo. Malauguratamente queste donne muoiono giovani: per gravi problemi di ipercifosi della colonna vertebrale, dato il peso insostenibile delle due bocce; per soffocamento durante il sonno in posizione prona; per problemi cardiovascolari (nel caso delle obese).
Piacciono a: calciatori, contadini, spettatori del grande fratello, uomini di bocca buona a cui non serve parlare di relativismo culturale con la propria donna, e in generale all’universo maschile che su youjizz guarda esclusivamente la categoria big tits.
COPPA DI CHAMPAGNE: queste tette sono indubbiamente le vincitrici per forma, eleganza, leggiadria e sostegno. Sobrie, contenute (una seconda abbondante) e mai volgari. Le ritroviamo trasversalmente nel mondo femminile, ma la frequenza è di circa una donna ogni due milioni.
Piacciono a: pochi uomini che capiscono qualcosa di tette oltre alla quantità e ai pervertiti che amano infilare parti del corpo in utensili da cucina (oltre alla coppa di champagne, che non crea problemi, il flute per il pene di lui ha spesso qualche effetto collaterale: sono molteplici, negli ultimi anni, gli episodi di cazzi in cancrena presentatisi in pronto soccorso; il ricavato ha fornito nel 2011 il necessario per il brindisi di fine anno all’ospedale di Trapani).
PICCOLE E INSIGNIFICANTI: queste tette sono una via di mezzo tra le coppe di champagne (per grandezza) e le tette inesistenti delle piatte. Solitamente la taglia ufficiale è una prima, ma spesso la donna è portata a comprare una seconda per autoconvincimento o appagamento personale. A volte la beffa è doppia, in quanto hanno delle madri con una terza circa e sperano così di diventare per ereditarietà genetica come loro, ma non sanno che lo saranno solo dopo aver partorito almeno tre figli o dopo la menopausa, ingrassando circa duecento chili. Di solito le appartenenti a questa classe non vivono troppo male il fatto di avere un seno insignificante. Il percorso però è lungo, e al liceo soffrono molto perché tutti fanno il filo alla tettona. Risolvono il problema in due modi diversi: o diventando amiche dei maschi, per poi farsi quello che non ha mai scopato e ci sta; oppure diventano navi-scuola, vincendo definitivamente contro la tettona della classe, che alla fine si rivela una figa di legno. Il QI è in generale medio-alto: per colmare il deficit anatomico infatti leggono molto o apprendono aneddoti, così da inculare l’uomo con eloquenza sofistica e azzerando irrimediabilmente la sensualità. Il rapporto con il partner diventa frustrante (egli è costretto ad appiattire la concavità del palmo della mano quelle rarissime volte – due o tre l’anno – che è mosso dalla voglia di toccare il seno della compagna, probabilmente per la speranza che qualcosa sia cambiato). Spesso è lui a suggerirle la chirurgia plastica, ma essendo assoggettato alla compagna, l’ipotesi svanisce in un istante (la donna con poche tette sviluppa infatti una forte attitudine al comando, un po’ come i nani quella al potere).
Piacciono a: i depressi, i deboli, chi sostiene che nel punteggio attribuito a una donna valga di più il culo (a proposito dell’eterno scontro tette-culo), chi guarda per prima cosa gli occhi, i gay, i gay non ancora dichiarati.
FORUNCOLI: la situazione è drammatica, la donna distesa sembra un ragazzo glabro, e in piedi un ragazzino che durante la crescita sviluppa per un certo periodo capezzoli leggermente sporgenti. Appartengono alla categoria: le anoressiche, le modelle da passerella (quindi anoressiche), chi ha la sfiga di nascere così e le bambine fino ai 12 anni. Gli esiti sono tra i più vari e interessanti, studiati da molti esperti di sociologia: l’uso perenne di reggiseni push-up, compreso quello del costume da bagno, riuscendo a prendere per il culo non certo le donne, bensì i cattivi osservatori. Il rischio, però, è di deludere irrimediabilmente la vittima che, caduta nel tranello, cercherà disperatamente di smascherare il trucco.
Piacciono a: praticamente nessuno, se non hipster e fattoni.
RIFATTE: dopo lo stile Pamela Anderson, che segnò l’inizio di una nuova concezione della donna come un infinito di possibilità, la mastoplastica additiva ha fatto passi da gigante, e oggi un seno rifatto può sembrare nature, anche se voci di corridoio dicono che sia comunque freddo al tatto e poco mobile nel movimento di inerzia che compie seguendo quello del resto del corpo (in tanti ripiangono le moviole che romanticamente immortalavano il ballonzolare delle tette nelle partite di tennis o di beachvolley amatoriale). Si rivolgono alla chirurgia plastica: ragazzine yankee che vogliono partecipare a programmi di MTV con le proprie madri (dal titolo non troppo dissimile da: Mom, buy me two new bigger tits cause I want to fuck); ragazze costrette dal fidanzato, che vanno in Tunisia fingendo una vacanza studio in Inghilterra, rubando qualche migliaio di euro dal bancomat del babbo e vendendo qualche gioiello preso dalla borsetta di mammà.
Piacciono a: Papponi, diciassettenni nerd, Tommy Lee.